Martedì - 6a settimana del Tempo Ordinario C

Published on 17 February 2025 at 13:00

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, le letture di oggi ci offrono una riflessione sconfortante, ma in fondo piena di speranza, sulla condizione umana e sulla sconfinata misericordia di Dio. Vediamo le devastanti conseguenze del peccato, la profondità della depravazione umana e, attraverso le tenebre, la luce incrollabile dell'amore e della compassione di Dio.

La Genesi dipinge un quadro cupo. Siamo passati dal peccato iniziale di Caino al mondo che vacilla sull'orlo della distruzione. “Quando il Signore vide quanto grande fosse la malvagità dell'uomo sulla terra e come nessun desiderio concepito dal suo cuore fosse mai stato altro che malvagio, si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e il suo cuore si addolorò”. Non si tratta di una delusione casuale. È il dolore di un Padre che ama i suoi figli, vedendoli allontanarsi dalla sua bontà e dirigersi verso le tenebre. La parola ebraica usata qui per descrivere il “rammarico” di Dio è un'angoscia profonda, un dolore profondo che solo un creatore amorevole può provare per la corruzione di ciò che ha creato.


Il Signore, nella sua giustizia e nel suo dolore, decide di purificare la terra. Ma anche nel giudizio vediamo un barlume di speranza. “Ma Noè trovò grazia presso l'Eterno”. Noè, un uomo giusto, viene risparmiato. Egli rappresenta il residuo, il seme di un nuovo inizio. Dio, nella sua misericordia, sceglie di preservare la vita, di offrire una seconda possibilità. Lo dimostra il comando di costruire l'arca, di radunare gli animali, di assicurare la sopravvivenza della creazione. È un'alleanza, una promessa: la promessa di non distruggere mai più la terra con un diluvio, la promessa di non abbandonare mai completamente i suoi figli.


Il salmo di oggi, il Salmo 29, cattura magnificamente la potenza e la maestà di Dio, anche in mezzo alla tempesta. “La voce del Signore è sopra le acque... il Signore è in trono sopra il diluvio; il Signore è in trono come re per sempre”. Questo salmo ci ricorda che anche di fronte al caos e alla distruzione, Dio mantiene il controllo. La sua voce, potente e maestosa, tuona sulle acque, simbolo di giudizio e di purificazione. È il Signore che benedice il suo popolo con la pace.


Il nostro Vangelo di oggi, tratto da Marco, sembra all'inizio un brusco rimprovero ai discepoli. Gesù li mette in guardia dal “lievito dei farisei e dal lievito di Erode”. I discepoli fraintendono, concentrandosi sulla mancanza letterale di pane. Sono più preoccupati del sostentamento fisico che del nutrimento spirituale. Gesù, deluso, chiede loro: “Non capite e non comprendete ancora? Il vostro cuore è forse indurito? Avete occhi e non vedete, orecchie e non udite?”. Indica i miracoli dei pani e dei pesci, in cui Dio ha miracolosamente provveduto e sostenuto. Gesù li sfida a guardare oltre l'immediato e a riconoscere le verità spirituali più profonde.


Ci viene ricordato che anche di fronte alle tenebre, anche in mezzo ai nostri fallimenti, l'amore di Dio rimane un faro che ci riporta a casa sani e salvi attraverso il mare agitato e le tempeste della vita. Dobbiamo aprire i nostri cuori e le nostre menti all'insegnamento di Gesù e, come i discepoli, cercare di capire e comprendere veramente l'amore di Dio. Rivolgiamoci a Lui, chiediamo la sua misericordia e sforziamoci di vivere una vita che rifletta il suo amore. Amiamo e serviamo Lui, affinché, come Noè, possiamo continuare a trovare grazia ai suoi occhi e continuare a ricevere la pace e le benedizioni che promette. Amen.

 


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