Domenica - 5ª settimana del Tempo Ordinario C

Published on 8 February 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

questa domenica siamo invitati a riflettere sui momenti profondi della vita di due figure straordinarie della Scrittura: il profeta Isaia e l'apostolo Pietro. Entrambi questi uomini - ognuno con i propri limiti e sentimenti di indegnità - hanno risposto fedelmente alla chiamata di Dio, insegnandoci che le nostre insicurezze possono essere trasformate in vasi di scopo divino.

Per prima cosa rivolgiamo la nostra attenzione a Isaia. Nella magnificenza della sua visione, egli si trovava davanti alla santa presenza di Dio, il Re al di sopra di ogni altro, circondato da serafini che proclamavano la sua gloria. Eppure, Isaia provò un profondo senso di disperazione, dichiarando: “Guai a me! Sono condannato!”. Riconosceva le proprie labbra impure e l'impurità del popolo in cui viveva. Ma è fondamentale notare che Dio non lo respinse a causa delle sue imperfezioni. Al contrario, Dio inviò un serafino per purificarlo, per eliminare la sua malvagità e per prepararlo a una missione divina. Anche noi, non solo Dio ci ha purificato inizialmente attraverso il Battesimo, ma anche più volte nel Sacramento della Riconciliazione. Ci dà una lavagna pulita per poter andare avanti. Questa misericordia divina ha aperto il cuore di Isaia alla volontà di Dio, dove alla fine ha risposto con un sonoro: “Eccomi, manda me!”.

La chiamata di Dio a noi non si basa sulla nostra indegnità, ma sulla sua grazia infinita. Come ha purificato le labbra di Isaia, così purifica i nostri cuori, invitandoci a partecipare alla sua opera santa. Chi di noi è senza peccato, eppure Dio ha chiamato ciascuno di noi per qualcosa di speciale. Dio è l'eterno ottimista, sempre al nostro fianco per incoraggiarci a scegliere ciò che è buono e santo nella vita, che alla fine contribuisce soprattutto al nostro benessere, ma anche a quello di tanti altri.

Ora andiamo sulle rive del lago di Gennesaret, dove incontriamo Simon Pietro. Dopo un'estenuante notte di pesca, in cui tutto sembrava inutile, incontra Gesù. Sentendo il comando di Gesù di gettare le reti un'altra volta, Simone esita: “Maestro, abbiamo lavorato duramente tutta la notte e non abbiamo preso nulla”. Tuttavia, nonostante i suoi dubbi, scelse di fidarsi e di obbedire. La sua fede, per quanto semplice, portò a una sorprendente cattura di pesci, rivelandogli il profondo potere di Cristo. Lasciati da soli, falliremo. Uniti a Cristo, possiamo fare tutto ciò che lui ci propone di fare.

In quel momento di rivelazione, Simone cadde sulle ginocchia di Gesù, dichiarando: “Allontanati da me, Signore, perché sono un uomo peccatore”. Come Isaia, Pietro era perfettamente consapevole della propria peccaminosità e dei propri limiti. Ma ancora una volta, proprio come nel caso di Isaia, la risposta di Gesù non fu quella di respingere Simone, bensì un invito a una nuova vita. “Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini”. Gesù ha visto oltre la percezione di sé e i limiti di Pietro, scegliendolo come figura fondamentale per la Chiesa.

Come Dio non solo ha scelto questi due uomini per qualcosa di straordinario, così il Signore vuole rivelarci cose che vanno oltre la nostra immaginazione. La sua vigna è matura e la raccolta del raccolto è entusiasmante, perché ciò che ha seminato ora lo raccoglierà, e ciò che deve ancora venire ci ha chiesto di essere coloro che piantano il seme. Come Isaia e Pietro, anche noi abbiamo la possibilità di collaborare al piano infinito di Dio. Che la nostra Signora, Regina dei Profeti e degli Apostoli, continui ad essere il nostro esempio di come rispondere umilmente alla chiamata di Dio nella nostra vita. Amen.

Amen.


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