Domenica - 4a settimana del Tempo Ordinario C

Published on 1 February 2025 at 13:00

Oggi ci riuniamo per celebrare la festa della Presentazione di Nostro Signore, un momento del nostro calendario liturgico ricco di significato e di significati. Le letture che abbiamo ascoltato ci invitano a riflettere sulla natura dell'arrivo di Cristo tra noi e sulle sue implicazioni per la nostra vita e la nostra fede.

Nella prima lettura, tratta da Malachia, ascoltiamo la promessa della venuta del Signore e del suo messaggero, che purificherà e raffinerà. Dio ci parla attraverso questa voce profetica, assicurandoci che il cambiamento sta arrivando - una trasformazione che richiede la nostra sopportazione e la nostra purificazione. Proprio come l'argento e l'oro vengono raffinati nel fuoco, anche noi siamo chiamati a subire un processo di purificazione nel corso di questo pellegrinaggio terreno, per prepararci a vivere eternamente con Dio e con tutti i suoi angeli e santi in cielo. 

Riflettendo su questa chiamata, possiamo considerare: che cosa c'è nella nostra vita che ha bisogno di essere raffinato? Ci sono attaccamenti o abitudini che ci distraggono dal vivere pienamente nella luce di Dio?

Il Salmo responsoriale sottolinea la maestà del Signore: “Chi è questo re della gloria? È il Signore!”. Nell'umile presentazione di Gesù, vediamo il netto contrasto tra la gloria divina e l'umile servizio. Quando la nostra Madre Maria e San Giuseppe portano Gesù al tempio, offrono il sacrificio dei poveri - due tortore - che non significa ricchezza o posizione sociale, ma profonda umiltà e amore. Questo momento ci chiama a riconoscere che Gesù non solo amava i poveri, ma scelse lui stesso di essere povero e semplice nello stile di vita, il tutto riflesso nella semplicità dei suoi santi genitori.

Nella seconda lettura da Ebrei, vediamo come il Signore diventa uno in solidarietà con noi. Gesù, condividendo la nostra umanità, sperimenta il dolore e la sofferenza. È attraverso questa esperienza condivisa che diventa il nostro Sommo Sacerdote, colui che comprende le nostre lotte e intercede presso il Padre in nostro favore. La sua venuta nel mondo, la sua presentazione al tempio, non è solo un atto obbediente secondo la legge, ma anche un momento cruciale di rivelazione divina.

La gioia di Simeone per il Vangelo è profonda: una gioia che deriva dall'attesa, dall'osservazione e dal vedere finalmente il compimento della promessa di Dio. Quando commenta Maria: “Una spada ti trafiggerà l'anima”, ci ricorda che il cammino della salvezza non è privo di sofferenza.

Ognuno di noi è chiamato a partecipare al mistero dell'offerta di Cristo, paragonando il nostro cammino di fede a quello di Simeone, pieno di speranza e fiducia, anche di fronte alle inevitabili prove. Cosa facciamo con il nostro dolore e le nostre prove? Lasciamo che ci divorino e che ci ammorbino lo spirito? Perché non offrire tutto al Signore come un bel sacrificio unito al suo? C'è un valore enorme in questo.

Come Anna, la profetessa, che trascorse la sua vita nella preghiera e nell'adorazione, e che si unisce a Simeone in questo evento storico, anche noi siamo chiamati a essere testimoni della presenza di Dio nella nostra vita come profeti nel mondo. Ricordiamo che, in virtù del nostro battesimo, siamo uniti al triplice ufficio di Gesù di sacerdote, profeta e re.  È attraverso la nostra vita di preghiera, di servizio e di testimonianza che annunciamo al mondo la gioia di conoscere Gesù e come questa sia una grazia in grado di cambiare la vita sempre in meglio.

Che la festa di oggi ci rafforzi nella fede, ci ispiri nella testimonianza e ci tenga sempre in sintonia con la continua rivelazione di Dio nella nostra vita, affinché, come Simeone, possiamo proclamare: “I miei occhi hanno visto la salvezza del Signore”. Rallegriamoci in lui ed esultiamo. Amen.


Add comment

Comments

There are no comments yet.