Le letture di oggi ci invitano a riflettere profondamente sulle scelte che definiscono la nostra vita, in particolare sulla scelta tra la ricchezza effimera di questo mondo e la ricchezza eterna che si trova in Cristo. Mentre ci addentriamo in queste Scritture, preghiamo affinché i cuori e le menti siano aperti per discernere il vero tesoro che Dio offre continuamente a ciascuno di noi.

Nella prima lettura dal Siracide, ci viene ricordata l'immensa misericordia di Dio verso coloro che si pentono. Anche questa è un'offerta di valore infinito, perché cosa avrebbe potuto espiare i nostri peccati se non il sangue del Figlio di Dio? L'invito a confessarsi è un invito a partecipare alla misericordia che solo Gesù ha potuto ottenere per noi. L'autore sottolinea che Dio incoraggia coloro che si pentono dei loro peccati con la certezza che i loro peccati saranno perdonati e offre loro la strada della verità e della bontà come evoluzione continua di quel pentimento iniziale. Questo messaggio di misericordia e redenzione è fondamentale per la nostra fede. Ci ricorda che, a prescindere dal nostro passato, Dio ci invita sempre a tornare a Lui nel presente. L'invito a “voltarsi di nuovo verso l'Altissimo e allontanarsi dal proprio peccato” risuona in tutta la Scrittura, poiché Dio attende costantemente che noi scegliamo Lui sopra ogni cosa, ma il più presto possibile, evitando la procrastinazione che rattrista Dio, il quale attende misericordiosamente il nostro ritorno con impazienza.
Questo tema culmina nel Vangelo di Marco, dove incontriamo la storia del giovane ricco. Egli si avvicina a Gesù con il sincero desiderio di ereditare la vita eterna. La sua vita appare lodevole; ha osservato i comandamenti fin dalla giovinezza. Tuttavia, Gesù, guardandolo con amore, individua l'unica cosa che ostacola la sua vera felicità: l'attaccamento ai suoi beni. “Va', vendi quello che hai e dallo ai poveri”, gli dice Gesù, ”e avrai un tesoro in cielo. Poi, vieni, seguimi”. Sebbene la domanda del giovane sia nobile e cerchi il paradiso eterno, è anche incompleta. Una domanda che avrebbe colto l'essenza del paradiso sarebbe stata: “Maestro, cosa devo fare per essere con Dio, per sempre, in paradiso?”. Non avendo basato il suo desiderio sull'essenza del paradiso, che è la nostra unione con Dio, Gesù lo riporta alla consapevolezza dell'importanza di vedere il paradiso in termini di relazioni, chiedendo al giovane non solo di rinunciare ai suoi beni terreni per il bene dei poveri, ma di seguire Gesù, perché stare con Gesù è il paradiso. Spesso questo aspetto ci sfugge, ma è così importante. Sulla croce, Gesù disse al buon ladrone: “In verità, in verità ti dico che oggi sarai CON ME, in paradiso”.
Lui non può amarci più di quanto non faccia già in ogni momento della giornata, ma noi, naturalmente, possiamo crescere nell'approfondire il nostro amore per lui, cercando, facendo e amando la sua santa e divina volontà al di sopra di tutto. Come fare esattamente? Lasciamo che sia la nostra Madre a rispondere: “Fate quello che vi dice Gesù”. Qui sta il segreto di una vita felice e appagata qui sulla terra, e di un'eternità di beatitudine e gioia con Lui, e questa è sempre la cosa importante da ricordare riguardo al paradiso, che è perché le anime saranno con Lui, in cielo. Che la nostra Signora, Stella del Mare, ci riporti a casa attraverso le tempeste che imperversano nei nostri cuori, dove la ricchezza ci tenta e così anche i beni materiali effimeri di questo mondo, per scegliere qualcosa di infinitamente inferiore al nostro Signore, Dio degli Ezerciti. Amen.
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