Nella Messa del lunedì ci riuniamo intorno alla Parola di Dio, che guida e nutre il nostro cammino spirituale. Nelle letture del Siracide e del Vangelo di Marco troviamo un messaggio profondo sull'importanza della saggezza, sul potere della fede e sulla necessità della preghiera, chiavi che aprono la porta alle straordinarie possibilità che si trovano nel nostro rapporto con Dio.
Il libro del Siracide spiega magnificamente che tutta la saggezza viene dal Signore. “Prima di ogni altra cosa è stata creata la sapienza”. Ci viene inoltre detto che è un dono divino elargito a coloro che la cercano. La sapienza è descritta come la radice da cui cresce la comprensione, è come una fontana, che rinfresca e sostiene, che scorre sempre nella vita di coloro che desiderano camminare a stretto contatto con il Signore.
Nel mondo di oggi, dove siamo bombardati da voci e opinioni contrastanti, è più difficile che mai discernere ciò che è veramente saggio. La saggezza secolare spesso ci porta fuori strada, tentandoci con piaceri fugaci o guadagni materiali che non soddisfano i desideri più profondi della nostra anima. È solo sposando la saggezza che viene da Dio che possiamo navigare nella nostra vita con chiarezza e scopo.
E come ottenere questa saggezza? La risposta sta nella preghiera: una comunicazione profonda con Dio, in cui i nostri cuori sono allineati con i suoi. Nel brano del Vangelo, incontriamo un padre disperato il cui figlio è tormentato da uno spirito muto. Il padre si avvicina a Gesù con una richiesta che risuona profondamente in molti di noi: “Se puoi fare qualcosa, abbi compassione di noi e aiutaci”. Gesù risponde: “Tutto è possibile a chi ha fede”. Questo momento cruciale ci rivela il legame tra fede e preghiera. La lotta del padre rispecchia la nostra; egli esclama: “Io credo, aiuta la mia incredulità!”. Questa bella onestà è

una preghiera in sé, una richiesta di fede più profonda in mezzo al dubbio.
Qui vediamo che riconoscere i nostri limiti e le nostre debolezze è essenziale nella nostra vita di preghiera. Quando affrontiamo le nostre sfide e i nostri momenti di impotenza con la preghiera, ci apriamo all'infinita potenza di Dio. Quando più tardi Gesù viene interrogato dagli apostoli che non sono riusciti a scacciare lo spirito maligno, osserva che “questo tipo di spirito può uscire solo attraverso la preghiera”. È attraverso il dialogo costante con Dio che siamo in grado di affrontare le sfide che sembrano insormontabili, persino impossibili.
La preghiera ci permette di attingere alla saggezza di Dio. Quando preghiamo, soprattutto quando cediamo la nostra volontà alla Sua, creiamo lo spazio affinché lo Spirito Santo ci guidi, illumini la nostra mente e il nostro cuore.
Quando lasciamo la Santa Messa oggi, portiamo con noi la certezza che la sapienza di Dio, come la sua stessa persona nell'Eucaristia, non solo è disponibile per noi, ma desidera abitare in noi. Chiediamoci: Come possiamo accogliere più pienamente la sapienza di Dio nelle nostre azioni e decisioni? Come possiamo sostenerci a vicenda nella preghiera per elevare la nostra comunità? Come possiamo rendere la ricezione del Corpo e del Sangue di nostro Signore più significativa e potente nella nostra vita?
Che ci sforziamo sempre di rimanere vicini al Signore e di pensare come pensa Lui, non come pensano gli uomini. Perché immersi nel mondo, i nostri pensieri passeranno con il mondo. Ma immersi in Dio, i nostri pensieri e le nostre riflessioni possono aiutarci a unirci a Cristo, e quindi essere un mezzo per portarci in cielo. Nostra Signora, Regina della Sapienza, prega per noi che ricorriamo a te.
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