Cari fratelli e sorelle in Cristo, le letture di oggi ci presentano un netto contrasto tra l'offerta gradita a Dio e il potere distruttivo della rabbia e del risentimento. Nella prima lettura, vediamo la gelosia e la rabbia di Caino nei confronti del fratello Abele, che alla fine porta al primo omicidio registrato nella storia dell'umanità. La storia di Caino e Abele ci ricorda che le nostre azioni hanno delle conseguenze e che covare rabbia e risentimento può portarci sulla strada della distruzione.
La risposta del Signore alla rabbia di Caino è particolarmente degna di nota. Egli dice: “Perché sei così risentito e abbattuto? Se ti comporti bene, puoi tenere la testa alta; ma se non lo fai, il peccato è un demone in agguato alla porta: la sua smania è verso di te, ma tu puoi essere il suo padrone”. (Genesi 4:6-7) Questo passo suggerisce che le nostre emozioni e le nostre azioni sono sotto il nostro controllo e che abbiamo il potere di scegliere come rispondere alle situazioni e alle tentazioni che continueranno ad assalirci ogni giorno nel corso della nostra vita. Sono tutte opportunità per “fare bene e tenere alta la testa”. Ogni volta che resistiamo al peccato per amore di Dio, possiamo “tenere alta la testa”.
Nel Vangelo, vediamo Gesù messo alla prova dai farisei, che cercano un segno dal cielo per convalidare la sua autorità. La risposta di Gesù è di frustrazione e tristezza: “Perché questa generazione cerca un segno? In verità vi dico che a questa generazione non sarà dato alcun segno”. (Marco 8:12) Le azioni dei farisei sono motivate dal desiderio di intrappolare Gesù e, infine, di metterlo a morte. Questo passo mette in evidenza i pericoli di covare rabbia e risentimento, perché può portarci a cercare di distruggere gli altri.
Come facciamo a permettere allo spirito omicida di impossessarsi di noi? Spesso inizia con azioni e atteggiamenti piccoli e apparentemente insignificanti. Possiamo nutrire risentimento nei confronti di qualcuno che ci ha fatto un torto o provare gelosia nei confronti di qualcuno che è stato benedetto in un modo che noi non abbiamo. Se non stiamo attenti, questi sentimenti possono crescere e consumarci, portandoci su un sentiero di distruzione.
Ma c'è speranza. Gesù ci insegna che possiamo superare questi sentimenti

scegliendo di amare e perdonare. Nel Vangelo di Matteo, Gesù dice: “Avete udito che fu detto agli uomini di un tempo: ‘Non ucciderai; e chiunque uccide sarà sottoposto al giudizio’. Ma io vi dico che chiunque si adira con il proprio fratello sarà sottoposto al giudizio; chi insulta il proprio fratello sarà sottoposto al consiglio, e chi dice: “Stupido!” sarà sottoposto all'inferno di fuoco.” (Matteo 5:21-22)
Gesù non sta dicendo che sentirsi arrabbiati è un peccato, ma piuttosto che covare rabbia e risentimento può portarci a commettere peccati. Ci sta chiamando a uno standard più elevato, quello dell'amore e del perdono. Quando scegliamo di perdonare e amare, offriamo un sacrificio di lode a Dio, come dice il salmista. (Salmo 50:14)
Mentre andiamo avanti, ricordiamo le parole di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giovanni 14:6) Possiamo seguire sempre l'esempio di Gesù, perché così facendo lo seguiremo direttamente in cielo. Che Dio continui a benedirvi sempre.
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