Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace. Nel Vangelo di Marco di oggi, Gesù presenta un'analogia perspicace, affermando: “Un regno diviso contro se stesso non può stare in piedi”. È un chiaro avvertimento sui pericoli del conflitto interno, sia nella nostra vita personale sia nel contesto più ampio della Chiesa e della società. Gli scribi avevano accusato Gesù di scacciare i demoni con il potere di Belzebul, il che rivelava la loro riluttanza ad accettare la verità della sua missione e la realtà del Regno di Dio che irrompeva nel mondo. Gesù risponde alle loro accuse con la logica, illustrando come un regno o una famiglia divisi non possano sopravvivere. Perché Satana dovrebbe prima conquistare una persona e poi voler perdere il suo dominio su di essa?

Il significato dell'esempio, secondo i Padri della Chiesa, è questo: “Il diavolo è l'uomo forte; i suoi beni sono gli uomini in cui è accolto; se dunque un uomo non vince prima il diavolo, come può privarlo dei suoi beni, cioè degli uomini che ha posseduto?
Così anche io, che rovino i suoi beni, cioè libero gli uomini dalla sofferenza per mezzo del suo possesso, prima rovino i diavoli e li sconfiggo, e sono loro nemico. Come potete dunque dire che io ho Belzebù e che, essendo amico dei diavoli, li scaccio?”. E San Beda lo ribadisce dicendo (in Marc., 1, 17) “Il Signore ha anche legato l'uomo forte, cioè il diavolo: il che significa che gli ha impedito di sedurre gli eletti e di entrare nella sua casa, il mondo; ha rovinato la sua casa e i suoi beni, cioè gli uomini, perché li ha strappati alle insidie del diavolo e li ha uniti alla sua Chiesa”.
Questa analogia risuona profondamente nella nostra vita di oggi. Il Signore ci ha liberato non solo una volta ma molte volte nel confessionale e ci ha reso strumenti di pace, di riconciliazione e di unità. Le divisioni che affrontiamo - conflitti familiari, discordie tra amici o persino lotte all'interno delle nostre comunità - possono impedirci di sperimentare la pienezza di vita che Dio desidera per noi, ma soprattutto la libertà dal diavolo e dal suo regno. Ogni volta che ci impegniamo nella negatività, nella critica o nella divisione, rischiamo di perdere di vista la missione comune che abbiamo nel propagare l'amore, la compassione e la comprensione per promuovere e continuare a costruire il regno di Dio tra di noi.
Ora, riflettiamo anche sulla prima lettura di Ebrei. L'autore parla di Cristo come mediatore di una nuova alleanza, sottolineando che il sacrificio di Gesù è definitivo, a differenza dei sacrifici di un tempo. La sua offerta “una volta per tutte” non solo purifica i nostri peccati, ma stabilisce anche una nuova relazione con Dio. Questa alleanza, in contrasto con quella antica, ci invita a una comunione diretta con il Padre, attraverso Gesù.
Nel contesto dell'analogia di Gesù, vediamo che la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte si collega a questo tema della divisione. Proprio come una casa deve essere fortificata contro gli intrusi, la nostra vita deve essere difesa contro le forze della divisione - quei pensieri e quelle azioni che ci separano dalla grazia di Dio. Attraverso tutto ciò che Gesù ha fatto per noi, ci equipaggia per resistere allo spirito divisorio di Satana. Egli lega l'uomo forte, così che noi possiamo saccheggiare la sua casa: le nostre vite possono essere liberate dalle sue grinfie di divisione e di peccato.
Mentre andiamo avanti questa settimana, preghiamo per avere la grazia di smantellare le divisioni in noi stessi e in coloro che ci circondano. Riconosciamoci e sosteniamoci a vicenda come coeredi della promessa, vivendo la nuova alleanza stabilita da Gesù, che ha vinto la morte e ci invita alla sua eredità eterna. Amen.
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