5ª settimana di Quaresima - Venerdì C

Published on 10 April 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, la pace sia con voi. Nelle belle letture di oggi incontriamo temi profondi di lotta, incomprensione e rivelazione della verità divina. Nelle nostre letture, in particolare quelle di Geremia e del Vangelo di Giovanni, intravediamo il paesaggio spirituale e culturale del tempo di Gesù, un paesaggio pieno di confusione su chi fosse veramente il Messia.

Nella lettura di Geremia, ascoltiamo l'angoscia del profeta che viene ridicolizzato e preso di mira da coloro che un tempo erano al suo fianco. “Sento il sussurro di molti: “Terrore da ogni parte!””. Mentre Geremia parla, notiamo un sorprendente parallelo con la situazione di Gesù. Entrambe le figure hanno affrontato il rifiuto da parte del proprio popolo. Geremia, come Gesù, è stato frainteso, la sua chiamata profetica è stata accolta con ostilità e paura. Egli è un narratore della verità in un mondo indifferente ai mezzi ingannevoli per motivi egoistici, rivelando la costante tensione tra la missione divina e la resistenza umana.

Questa tensione si ripercuote nel Vangelo di Giovanni, dove vediamo Gesù confrontarsi con coloro che preferiscono sostenere le loro idee preconcette sul Messia piuttosto che abbracciare la sua identità radicale. I capi ebrei sono pronti a lapidarlo per ciò che percepiscono come una bestemmia: “Tu, uomo, ti fai Dio”. La loro comprensione di Dio e del Messia era stata plasmata da secoli di profezie e aspettative, eppure facevano fatica ad accettare una figura che non era conforme alla loro sensibilità umana. Cercavano un liberatore politico, un re guerriero che restaurasse Israele, non un umile falegname con l'invito a un profondo regno spirituale.

La difficoltà che il popolo incontrò nell'accettare Gesù è profondamente radicata nelle sue aspettative. La loro visione del Messia era offuscata dall'impegno verso le norme culturali e religiose. Volevano che Dio operasse entro i confini della loro comprensione e quando si trovarono di fronte a Gesù - Dio incarnato, che compiva miracoli, insegnava l'amore e sfidava lo status quo - indietreggiarono. Per molti versi, Gesù era l'incarnazione della stessa angoscia di cui parlava Geremia: una sfida paurosa alle loro credenze, che incuteva terrore piuttosto che conforto nel familiare.

Questo ci invita a riflettere: Quanto spesso anche noi ci aggrappiamo alle nostre aspettative su Dio? Quante volte ci sfugge l'opera divina nella nostra vita perché insistiamo nel far rientrare Dio nei nostri schemi limitati? Come le persone incontrate da Gesù, possiamo essere ciechi alla presenza dello Spirito Santo che ci guida verso la verità, perché siamo più a nostro agio con ciò che già crediamo.

Gesù non si limita a rivelare una conoscenza, ma ci invita a entrare in una relazione che trasforma la nostra comprensione e rimodella la nostra vita, se solo facciamo un atto di fede e lo chiamiamo, sapendo che ci ascolta. Possiamo fare nostra l'attestazione del salmista: “Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli ha ascoltato la mia voce”. Continuiamo a coltivare l'aspetto comunicativo della nostra relazione con Dio.

In questo periodo di Quaresima, prepariamo i nostri cuori a incontrare il mistero di Cristo, colui che sfida le nostre aspettative per entrare nella pienezza della vita. Che possiamo essere saldi nella nostra fede, incrollabili nella nostra fiducia in Lui e perseveranti nel nostro cammino insieme. Amen.


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