Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore vi dia pace! Le letture di oggi ci presentano un forte contrasto: la persecuzione di Stefano, un uomo pieno di Spirito Santo, e la ricerca di Gesù da parte di una folla più interessata al sostentamento fisico che alla verità spirituale. In questi passaggi, siamo invitati a considerare cosa ci motiva veramente e cosa siamo disposti a sostenere.

Vediamo Stefano, descritto come “pieno di grazia e di potenza”, che opera prodigi e segni. La sua vita è una testimonianza della potenza trasformatrice dello Spirito Santo. Ma questo potere non è privo di sfide. La sua saggezza e lo Spirito con cui parlava erano così convincenti che i suoi avversari non potevano confutarlo. La loro incapacità di vincere il dibattito portò non all'umile accettazione della verità, ma alla rabbia e alla manipolazione. Ricorrono a false accuse, aizzando il popolo e le autorità contro di lui. Il volto radioso di Stefano, come quello di un angelo, è un segno della sua vicinanza a Dio, anche di fronte al pericolo imminente. La sua storia ci ricorda che vivere una vita piena di Spirito significa spesso affrontare l'opposizione, anche da parte di coloro che sostengono di sostenere la tradizione religiosa.
Il Salmista fa eco a questo sentimento, parlando di principi che si incontrano e parlano contro di lui, ma la sua gioia rimane negli statuti di Dio. Chiede comprensione e l'eliminazione della falsità, scegliendo la via della verità. Questa è la via percorsa da Stefano, ed è la via che siamo chiamati a percorrere anche noi. È un cammino di meditazione dei decreti di Dio, permettendo loro di essere i nostri consiglieri, anche quando il mondo sembra schierato contro di noi.
Nel Vangelo, vediamo una folla che cerca Gesù, ma la sua motivazione è radicata nel miracoloso pasto dei cinquemila. Cercano più pane, più soddisfazione fisica. Gesù, nella sua divina saggezza, vede oltre la loro ricerca superficiale. Dice loro: “Mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato i pani e vi siete saziati”. Li sfida a lavorare non per il cibo deperibile, ma per il “cibo che dura per la vita eterna”.
Questa è una distinzione cruciale per noi. Cerchiamo Gesù soprattutto per ciò che può darci fisicamente o materialmente? Oppure lo cerchiamo per la vita eterna che ci offre, per il nutrimento spirituale che soddisfa veramente? La folla chiede: “Cosa possiamo fare per compiere le opere di Dio?”. E Gesù dà loro una risposta semplice ma profonda: “Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che ha mandato”. La fede è il fondamento. Non implica semplicemente un assenso intellettuale, ma una profonda fiducia e un impegno nei confronti di Gesù Cristo. Quando crediamo veramente, siamo in grado di vivere una vita che riflette questa fede, una vita piena della stessa grazia e della stessa potenza di Stefano. Questa fede ci permette di rimanere saldi di fronte all'opposizione, di cercare la verità piuttosto che la menzogna e di dare priorità al nutrimento spirituale rispetto alle comodità temporanee.
Oggi riflettiamo sulle nostre motivazioni. Siamo come la folla, che cerca Gesù per quello che può fare per noi a livello superficiale? Oppure siamo come Stefano, così pieni di Spirito e di verità da essere disposti ad affrontare la persecuzione per amore del Vangelo? Preghiamo per avere la grazia di scegliere la via della verità, di meditare gli statuti di Dio e di credere veramente in colui che ha mandato. Perché è in questa fede, e nel vivere secondo ogni parola che viene da Dio, che troviamo il cibo che dura per la vita eterna e la forza per affrontare qualsiasi sfida ci si presenti.
Possiamo, come Stefano, avere volti che riflettono la presenza di Dio, anche in mezzo alle prove. Che, come il Salmista, possiamo trovare la nostra gioia e il nostro consiglio nei decreti di Dio. E che, a differenza della folla, possiamo cercare Gesù non per una soddisfazione temporanea, ma per la vita eterna che solo lui può dare.
Amen.
Add comment
Comments