Fratelli e sorelle, oggi eleviamo il nostro ringraziamento a Dio, Signore del raccolto, fonte di ogni bene e dono perfetto. Troppo spesso ci fermiamo a pensare a ciò che ci manca e dimentichiamo di ringraziare il Signore per ciò che già abbiamo, a cominciare dal dono più semplice e prezioso: un nuovo giorno di vita.
Il fatto stesso di svegliarci è segno della sua grazia. Ogni giorno è un’occasione nuova per riconciliarci con Dio, con gli altri, e per custodire con gratitudine i doni ricevuti. Il ringraziamento deve essere rivolto anzitutto a Dio, sorgente dell’universo e di ogni bene, e poi anche a tutte le persone attraverso le quali il suo amore ci raggiunge.
Le letture di oggi ci riportano continuamente alla sorgente: «Benedite il Dio dell’universo», dice il Siracide; e il salmista proclama la grandezza delle sue opere. San Paolo ci insegna a ringraziare Dio anche per le persone che rafforzano la nostra fede e ci aiutano a camminare verso ciò che conta davvero: la salvezza dell’anima.
Nel Vangelo, solo uno dei dieci lebbrosi guariti torna a ringraziare. Non vogliamo essere come gli altri nove. L’Eucaristia stessa è rendimento di grazie, e ci invita a fare del ringraziamento uno stile di vita, soprattutto nel Giorno del Signore.
Ringraziamo Dio, avviciniamoci a Lui con cuore riconoscente, e riconosciamo che tutto viene da Lui.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
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