Fratelli e sorelle carissimi, oggi l’Ordine Francescano celebra un grande santo: San Diego di Alcalá, a cui deve il nome anche la città di San Diego in California. Molte città dell’America del Nord portarono nomi francescani dati dai missionari, come San Francisco, San Antonio, San Bernardino e Los Ángeles della Porziuncola.
San Diego nacque intorno al 1400 vicino a Siviglia. Fin da giovane amò la solitudine e la preghiera e poi entrò nei Frati Minori come fratello laico. Visse nell’umiltà, nella carità e nel servizio: fu cuoco, portinaio, giardiniere, infermiere, sempre con gioia e spirito di preghiera.
Nel 1441 partì missionario per le Isole Canarie, dove evangelizzò con dolcezza e zelo. A Roma, durante la canonizzazione di San Bernardino da Siena, si distinse per la cura dei malati durante un’epidemia. Morì ad Alcalá de Henares nel 1463 e fu canonizzato nel 1588 da papa Sisto V.
La prima lettura di oggi dice: «Quanto più sei grande, tanto più umìliati, e troverai grazia davanti al Signore.» San Diego visse pienamente questa parola. La sua umiltà era concreta: obbedienza, silenzio, servizio nascosto. Trovò la pace non nel potere, ma nella semplicità del servire.
Il salmo canta: «Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre.» Diego possedeva questa pace interiore: fiducia totale nella Provvidenza. E nel Vangelo Gesù ringrazia il Padre che rivela i misteri del Regno ai piccoli. San Diego ci mostra che la santità non è dei sapienti, ma di chi ama con semplicità e fedeltà.
Egli ci insegna tre cose: la forza della santità nascosta, la gioia dell’obbedienza e la fiducia filiale in Dio. Nella sua vita si univano umiltà, povertà e compassione verso i sofferenti. Come vero discepolo di Francesco, scelse di “scendere” per amore, non di “salire” per ambizione.
La sua vita ripete il Vangelo: «Beati i miti, perché erediteranno la terra.» Che San Diego ci ottenga la grazia di vivere con umiltà e serenità ciò che Dio ci affida, trovando in Cristo la nostra pace.
Amen.
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