Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia forza e pace. San Paolo, nella lettera ai Romani, parla con grande dolore del popolo d’Israele. Dice che darebbe perfino la propria vita pur di salvare i suoi fratelli. Erano il popolo scelto, amato da Dio, chiamato a mostrare al mondo la via della fede. Eppure hanno rifiutato Cristo.
Anche noi, il nuovo popolo di Dio, dobbiamo chiederci: mi sento davvero parte di questa famiglia? Mi sento figlio o figlia di Dio? O mi sono allontanato dalla comunità perché qualcosa non mi piace — la Messa, la musica, il sacerdote? A volte ci lasciamo sedurre da chiese che sembrano più attraenti, ma dimentichiamo che solo nella Chiesa cattolica riceviamo il Corpo e il Sangue di Cristo, che ha sofferto e dato la vita per noi.
E quante volte mettiamo da parte anche Maria, la Madre che Dio ci ha donato! Lei vuole accompagnarci, abbracciarci, proteggerci, ma spesso non la capiamo e la ignoriamo.
Nel Vangelo, Gesù guarisce un uomo di sabato e chiede ai farisei: “È lecito guarire di sabato o no?” Vuole far capire che la legge serve a dare vita, non a opprimere. Il sabato è per il riposo — non solo fisico, ma anche spirituale. Quando qualcuno è guarito, ritrova la pace: quello è il vero riposo.
Gesù ci invita a riscoprire il cuore della legge: la misericordia. A non essere come studenti ribelli che non ascoltano il Maestro, ma discepoli che accolgono la sua parola con amore.
Ringraziamo Dio per tutto ciò che ci ha donato e per la nostra fede. Siamo il suo popolo, amati, redenti e attesi da Lui in cielo.
Amen.
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