27ª Settimana del Tempo Ordinario – Mercoledì

Published on 7 October 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore vi dia pace in questo mercoledì della 27ª settimana del Tempo Ordinario. Nelle letture di oggi incontriamo ancora una volta la figura del profeta Giona, che si mostra adirato con Dio. È arrabbiato perché non voleva che Ninive fosse risparmiata. Ninive era immersa nel peccato, nelle sue illusioni e nei falsi dèi, e Giona desiderava che Dio riversasse su di essa la Sua giustizia, non la Sua misericordia.

Per questo motivo, come leggiamo nelle parole stesse di Giona, egli andò nella direzione opposta a Ninive quando Dio gli comandò di predicare la conversione. Si diresse verso Tarsis. Ma sappiamo che Dio gli permise di ribellarsi, e poi mandò un grande pesce per ricondurlo indietro. Il pesce lo trasportò fino alle rive di Ninive e lì lo rigettò.

Giona predicò la conversione con riluttanza. Mi chiedo se il re, vedendo l’esitazione di Giona, non sia stato ancora più motivato a pentirsi. Forse quella riluttanza fu per lui come una sfida: «Non credo che meritiate questo messaggio, ma il mio Signore mi ha ordinato di annunciarvelo.» Eppure, essi si convertirono.

Quando Giona vide questo, esclamò: «Ecco perché sono fuggito verso Tarsis! Sapevo che Tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco di benevolenza, e che Ti lasci impietosire. Ora, Signore, toglimi la vita, perché meglio per me morire che vivere!»

Ma il Signore gli rispose: «Hai forse motivo di essere in collera?» E Giona replicò: «Sì, ho motivo di essere in collera, fino a desiderare la morte.» Allora il Signore gli disse: «Tu ti preoccupi per la pianta che non ti è costata alcuna fatica e che in una notte è cresciuta e in una notte è perita. E Io non dovrei forse avere pietà di Ninive, la grande città, dove vi sono più di centoventimila persone che non sanno distinguere la mano destra dalla sinistra, e una gran quantità di animali?»

In altre parole, quante volte vorremmo che Dio cancellasse dalla faccia della terra certi gruppi di persone: terroristi, criminali, ingannatori, coloro che seminano dolore e disordine nel mondo? A volte si tratta perfino di familiari, colleghi o amici che hanno rotto con noi.

Questo spirito può insinuarsi anche nei nostri cuori. Invece di invocare la misericordia di Dio e di gioire quando essa trasforma qualcuno, a volte preferiamo che quella persona resti nel peccato, affinché sperimenti l’ira divina.

Ma, fratelli e sorelle, dobbiamo stare attenti a ciò che desideriamo, perché come ci insegna il Vangelo di oggi: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.» In altre parole, se non desideriamo misericordia per gli altri, come potremo chiederla per noi stessi?

Il Signore ci invita ancora una volta a vivere nella misericordia: a guardare gli altri con compassione quando si smarriscono, a piangere per coloro che si perdono dietro alle vanità del mondo e a pregare per loro. Pregare per tutti: per i nostri governanti, per coloro che servono gli altri — poliziotti, medici, avvocati — e per tutti coloro impegnati in un servizio al prossimo.

Rimaniamo uniti nella fede, uniti come discepoli di Gesù, con lo sguardo fisso su di Lui, pronti a fare tutto ciò che Egli ci chiede, qualunque cosa accada. Perché talvolta il Signore deve mandare anche nella nostra vita una “balena”, un grande pesce, per scuoterci e riportarci sulla retta via.

Che possiamo riconoscere la Sua volontà, discernerla, viverla e infine amarla, come Gesù l’ha amata sulla Croce, estendendo la misericordia di Dio a tutti e riconciliando l’umanità con il Padre.

Che Dio vi benedica in questo giorno, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.


Add comment

Comments

There are no comments yet.