Cari fratelli e sorelle in Cristo, nelle letture di oggi ascoltiamo il profeta Malachia, l’ultimo dei profeti a scrivere nell’epoca dell’Antico Testamento. I suoi scritti risalgono a circa 450–430 anni prima della nascita di Cristo. Malachia parlava in un periodo in cui il popolo di Dio era tornato dall’esilio babilonese e stava iniziando la ricostruzione del Tempio, un progetto promosso dal re persiano Ciro, che li aveva liberati dal dominio di Babilonia.
Tuttavia, gli Israeliti, inizialmente pieni di speranza, divennero presto stanchi spiritualmente e disillusi sotto il dominio persiano. Tornati nella loro terra, desiderosi di ricostruire il Tempio e rinnovare la Terra Santa, si trovarono invece davanti a difficoltà economiche, irrilevanza politica e a un crescente senso che le promesse di Dio non si stessero realizzando.
Questa delusione generò un diffuso cinismo spirituale. Molti cominciarono a dubitare se valesse davvero la pena rimanere fedeli a Dio. È in questo contesto che si apre la prima lettura di oggi:
«Voi mi avete stancato con le vostre parole, dice il Signore.
Eppure voi dite: “In che cosa ti abbiamo stancato?”
Avete detto: “È inutile servire Dio. Che vantaggio abbiamo a osservare i suoi comandi e ad andare in lutto davanti al Signore degli eserciti?”»
Il Signore mette in luce ciò che spesso accade anche a noi quando diventiamo impazienti e inquieti nella preghiera. Preghiamo, ma non riceviamo subito la risposta che desideriamo — e certamente non quando la vogliamo. Eppure, Dio ci chiede di perseverare nella preghiera, confidando nei Suoi tempi e nella Sua sapienza.
Nel Vangelo di oggi, Gesù racconta una parabola:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani”…
Ma quello risponde: “Non darmi fastidio, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me; non posso alzarmi per darteli.”»
E Gesù continua:
«Vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà almeno per la sua insistenza e gli darà ciò di cui ha bisogno.»
Nessuno ama essere disturbato nel cuore della notte, ma la perseveranza ottiene risultati. Così Gesù ci insegna:
«Chiedete e vi sarà dato,
cercate e troverete,
bussate e vi sarà aperto.»
Il Signore ci invita a vivere con umiltà, pazienza e fiducia. Ci ricorda che ciò che conta non è l’importanza politica, né il fatto che le nostre preghiere siano esaudite esattamente come e quando vogliamo.
Quello che conta davvero è la nostra relazione con Dio, che deve rimanere salda, qualunque cosa accada. Anche quando la risposta tarda ad arrivare, i motivi di Dio sono sempre i migliori. Ciò che Egli desidera donarci supera infinitamente ciò che potremmo chiedere o immaginare.
Amiamo dunque Dio non per quello che ci dà, ma per ciò che Egli è:
Egli è la Bontà.
Egli è la Grazia.
Egli è la Misericordia.
Egli è nostro Padre.
Amen.
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