27a Settimana del Tempo Ordinario C – Sabato

Published on 10 October 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore vi dia pace in questo splendido sabato, giorno che la tradizione dedica alla più santa, alla più benedetta, alla più bella e pura di tutte le madri: la Beata Vergine Maria.
È la Madre di Gesù, donata anche a noi come Madre, e in un certo senso le letture di oggi le rendono omaggio.

Anche oggi, come ieri, la prima lettura è tratta dal libro del profeta Gioele. Come ricordato, questo libro fu scritto dopo il ritorno del popolo di Dio dall’esilio babilonese nella Terra Santa, per ricostruire la città e rinascere come popolo consacrato alla gloria di Dio. Ma, nonostante il ritorno, una piaga di locuste devastò l’agricoltura, mettendo in pericolo la loro sopravvivenza e il culto liturgico.

Ispirato da Dio, Gioele interpreta questo evento non come un semplice disastro naturale, ma come un preannuncio del giudizio divino. “Si sveglino le nazioni e salgano alla valle di Giosafat, perché là siederò per giudicare tutte le nazioni dei dintorni.”

Il nome “Giosafat” significa letteralmente “Dio giudica”. Non si tratta necessariamente di un luogo geografico, ma di un simbolo: l’immagine di Dio che raduna le nazioni per il giudizio. In seguito, la tradizione giudaica e cristiana ha identificato questa valle con la valle del Cedron, a est di Gerusalemme, luogo simbolico dell’ultimo tribunale escatologico — quello di cui parla anche Gesù nel Vangelo, quando separerà le pecore dalle capre.

Gioele utilizza poi immagini potenti per descrivere il giudizio: la falce, la mietitura e il torchio. “Mettete mano alla falce, perché la messe è matura. Venite a pigiare, perché il torchio è pieno, i tini traboccano, perché grande è la loro malizia.”

La falce e la mietitura simboleggiano la separazione finale tra giusti e malvagi, tra pecore e capre. Il torchio, che schiaccia l’uva, rappresenta il giudizio di Dio, che distinguerà ciò che è puro da ciò che è corrotto.

San Paolo ci ricorda che sarà Cristo a giudicarci. Il Padre ha affidato tutto il giudizio al Figlio, poiché è Lui che è morto per noi e ha versato il suo sangue sulla croce. Il diavolo ha avuto la sua ora, ma Dio avrà il suo giorno.

Più avanti, Gioele descrive Dio come un rifugio: “L’Egitto diventerà una desolazione e Edom un deserto desolato a causa della violenza contro il popolo di Giuda.” Egitto ed Edom rappresentano i nemici simbolici del popolo di Dio e il loro destino prefigura quello di tutti coloro che si oppongono alla volontà divina.

Nel Vangelo, una donna esclama: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!” Una forma di onore superficiale, simile a quella che il mondo attribuisce secondo i suoi criteri. Ma Gesù risponde con fermezza e profondità, rivelando la vera grandezza di sua Madre: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica.”

Quante volte, anche oggi, glorifichiamo persone che non riflettono la volontà di Dio ma solo la gloria umana! L’onore vero, la vera beatitudine, appartiene a chi ascolta e vive la Parola di Dio.

Anche nelle nostre famiglie, l’onore non si basa sui titoli o sui successi, ma sulla fedeltà alla volontà del Signore. Mia madre, per esempio, è orgogliosa che suo figlio sia sacerdote — ma ciò che conta veramente non è solo questo, bensì che io viva il mio sacerdozio secondo la volontà di Dio. Se tradissi quella vocazione, potrei forse essere motivo di onore?

Gesù è chiaro: Maria è beata non semplicemente perché lo ha partorito, ma perché ha ascoltato la Parola di Dio e l’ha custodita nel suo cuore. È questo il segreto della sua santità.

Fratelli e sorelle, facciamo lo stesso. Cerchiamo, amiamo e custodiamo la Parola di Dio nei nostri cuori. Viviamo la sua volontà con fedeltà. È questo che ci separerà dalle tenebre e ci farà udire, nel giorno del giudizio, le parole più belle: “Bene, servo buono e fedele.”

E che Dio vi benedica nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.


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