Cari fratelli e sorelle, nelle letture di oggi ascoltiamo la storia del profeta Giona e la parabola del Buon Samaritano, che uscì dalle labbra del nostro Signore stesso. Questi racconti incarnano i temi della misericordia di Dio, della giustizia e della chiamata ad amare gli altri, anche se non appartengono alla nostra fede, alla nostra nazione o alle nostre convinzioni.
Il Signore ci chiede di allargare la nostra visione oltre gli standard del mondo e di accogliere gli altri così come lui ci chiede di farlo: come fratelli, sorelle, prossimi da amare tutti.
Nel Vangelo, il Signore parla del Samaritano. Sappiamo che la Samaria era nemica del popolo di Dio. I Samaritani erano considerati un popolo impuro, e si credeva che, se ci si mescolava con un Samaritano, si diventava impuri. Eppure è proprio un Samaritano ad aiutare un uomo giudeo, picchiato, derubato e lasciato morire sul ciglio della strada. I suoi stessi connazionali lo ignorano, uno dopo l’altro—persino un sacerdote.
Eppure questo Samaritano, un uomo che non apparteneva al popolo di Dio, ebbe la compassione nel cuore di tendere la mano al suo prossimo caduto.
Nella prima lettura, dal libro di Giona, leggiamo che la parola del Signore fu rivolta a Giona, figlio di Amittai: «Alzati, va’ a Ninive, la grande città, e proclama contro di essa, perché la loro malvagità è salita fino a me.» Ma che cosa fa Giona? Si prepara a fuggire verso Tarsis, lontano dal Signore.
Egli temeva questo comando di andare a un popolo straniero e di predicare loro la parola del Signore. Anche noi, a volte, temiamo ciò che può accaderci quando scegliamo il bene invece del male, la luce invece delle tenebre del nostro cuore, della nostra vita e della nostra cultura. Ma il Signore ci dice che ogni uomo e ogni donna sotto il sole è nostro fratello e nostra sorella, degni di salvezza.
In altre parole, per il semplice fatto di essere figli di Dio, essi hanno un valore infinito. E per questo dobbiamo cercare di estendere a tutti il piano di salvezza di Dio, invitando tutti alla conversione, anche quando è difficile.
Così Giona fece ciò che molti di noi avrebbero fatto davanti a un tale comando di Dio: fuggì, facendo di testa sua. Cercò di scappare verso Tarsis. Tuttavia, il Signore scatenò il mare, lanciò un vento violento, e nella tempesta furiosa che ne seguì la nave stava per andare in pezzi. Alla fine, il Signore mandò un grande pesce che inghiottì Giona, e Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
Questa è l’immagine che lo stesso Gesù prende sulle sue labbra quando parla del segno che sarà dato alla generazione malvagia dei suoi contemporanei che non credettero in lui. Essi volevano un segno, ma egli disse che l’unico segno sarebbe stato quello di Giona: «Come Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo rimarrà nel cuore della terra prima di risorgere dai morti.»
Giona fu rigettato sulle rive di Ninive dal grande pesce—quasi purificato, rinnovato, rinvigorito. Andò da quel popolo e predicò loro la Parola di Dio, la penitenza, la bontà e la conversione. E, meraviglia delle meraviglie, dal più grande al più piccolo, dal re fino agli animali, tutti digiunarono; tutto il popolo di Ninive indossò il sacco e fece severa penitenza. E Ninive fu risparmiata.
Cari fratelli e sorelle, anche noi siamo chiamati a fare penitenza—la penitenza che la Madonna ha tanto raccomandato a Lourdes e in tutte le sue apparizioni. Ma che cos’è la penitenza? Che cos’è la penitenza degna del Signore? Che tipo di sacrificio vuole vedere il Signore da noi?
La penitenza che egli desidera è quella che ci aiuta a cambiare la nostra condotta, a trasformare la nostra mente e il nostro cuore, e infine a pensare di più agli altri: penitenza per gli altri, penitenza per le anime del purgatorio, penitenza per i peccati di questo mondo.
E se sei un sacerdote, come lo sono io, possiamo fare penitenza per i nostri confratelli sacerdoti—coloro che hanno scandalizzato i piccoli di Dio, e quei sacerdoti che continuano a essere attaccati dal maligno, disillusi, ipnotizzati dalle vie del mondo, quando invece il Signore ci ha chiamati fuori dal mondo.
Fratelli e sorelle, nel vostro cammino di penitenza, possa Dio onnipotente benedirvi, e la nostra Madre Maria interceda per voi.
Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.
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