Oggi abbiamo due splendide letture su cui riflettere profondamente nel loro significato spirituale e quindi in grado di aiutarci nella nostra vita spirituale. La prima lettura viene dal profeta Aggeo e la seconda lettura viene dall’evangelista San Luca.
Nella prima lettura ascoltiamo il lamento del Signore perché stavano procrastinando. Il suo popolo procrastinava se costruire o meno la casa del Signore, ricostruirla perché era in rovina. Ora, un po’ di contesto. Non dimenticate che proprio prima di questo erano stati esiliati a Babilonia e poi liberati dall’Imperatore. Re Ciro, l’imperatore di Persia, il fondatore dell’Impero di Persia. E furono mandati autorizzati a tornare nella loro patria, a Gerusalemme da Babilonia, a reinsediarsi e a ricostruire.
Così ciò che finì per accadere fu che tutti si sistemarono comodamente, si reinsediarono nelle proprie case, ma trascurarono l’unica casa che conta di più, il tempio del Signore. Perché? Perché il tempio del Signore era un simbolo della presenza di Dio con il suo popolo. Giusto? E quindi questa è la priorità numero uno per noi. Chi è il Signore? Il Dio che è in grado di fare tutte le cose? Che ci sostiene, che ci dona tutte le cose, e quindi dovremmo essere grati non solo dieci minuti durante il giorno, ma sempre e ovunque, perché tutto è suo, comprese le nostre vite e tutto ciò che è buono in esse.
E così il Signore si lamenta, così dice il Signore degli eserciti, questo popolo dice, non è ancora giunto il momento di ricostruire la casa del Signore. Ma allora il Signore dice, considerate le vostre vie. Salite nella regione collinare, portate legname e costruite la casa perché io possa trovarvi piacere e ricevere la mia gloria, dice il Signore. Ancora una volta il Signore, che fa tanto per noi, richiede ringraziamento, lode, adorazione, culto. Così in accordo con ciò che è giusto e ciò che è buono e ciò che è vero.
Nel vangelo sentiamo parlare della verità stessa, Gesù Cristo. Questo Dio che ora non discende più ad abitare in un tempio, ma in un corpo umano. E la sua presenza tra noi sorge. Curiosa curiosità evoca curiosità. La gente si chiedeva, chi è costui? Chi parla con tale autorità? Chi comanda persino ai demoni? Chi è costui che persino il vento e i mari gli obbediscono? Chi è costui? Chiese Erode Antipa nel vangelo di oggi. Chi era il figlio di re Erode il Grande? Erode Antipa era il tetrarca della Galilea, il sovrintendente. Aveva una grande affiliazione con il governo romano, l’Impero Romano. E credeva che questo operatore di miracoli, questo Gesù di Nazareth, potesse essere Giovanni risorto dai morti. Sentiva la gente dire questo. Sentiva anche la gente dire che forse questo è il profeta Elia che ritorna. O uno degli antichi profeti è risorto dai morti.
E così era curioso. Era curioso, ma. Lì rimase. E questa è la tragedia per molta gente. Qualcosa che potrebbe essere fonte di vita, perché il Signore è vita. E quando entra nelle nostre situazioni, nelle nostre circostanze, viene portando il dono della vita. “Io sono la verità, la via e la vita,” dice il Signore. E così dobbiamo passare da un semplice interesse e procrastinazione. Sì, costruite la casa del Signore. Sì. Avvicinatevi a Gesù a un impegno. Tuttavia. Io ricostruirò la casa del Signore, che è il mio corpo, il tempio dello Spirito Santo, che è la chiesa. Tutti noi riuniti insieme, facendo questo cammino insieme, il nuovo popolo di Dio, e impegnandoci ad amarlo e servirlo sempre, dandogli così la gloria che gli è dovuta.
Il Signore vi benedica nel nome del padre, e del figlio, e dello Spirito Santo. Amen
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