22ª settimana del tempo ordinario C – Domenica

Published on 30 August 2025 at 13:00

 Non posso fare a meno di ricordare che, nel corso della mia vita, le persone più felici che ho incontrato sono sempre state le più umili, quelle che non hanno mai cercato di essere al centro dell'attenzione, ma piuttosto quelle che erano libere o più libere dagli attaccamenti alle cose materiali. Una delle cose da cui dobbiamo liberarci per essere felici in questa vita, ma anche umili, sono gli onori del mondo.

Pensate a quante persone vivono per essere riconosciute, per essere lodate, per la loro immagine di sé, sperando in un like su uno dei loro post su Instagram o Facebook. Molte volte cerchiamo l'onore e persone che ci ammirino. E questo, se non controllato, può diventare un falso dio nella nostra vita. Infatti, è uno dei falsi dei contro cui mette in guardia San Tommaso d'Aquino quando dice che la ricerca della vera felicità deve comportare il detestare le cose che Gesù detestava mentre era sulla croce e l'amare l'unica cosa che egli amava sulla croce (la volontà di Dio), anche sotto quel dolore straziante.

 E una delle cose che egli detestava era il falso dio dell'onore. L'onore che cerchiamo. Avere persone che ci lodano. Esaltare noi stessi. Ma Gesù, nel Vangelo di oggi, avverte che «chiunque si esalta sarà umiliato, ma chi si umilia sarà esaltato».

 E il più grande esempio di questo, naturalmente, è innanzitutto il nostro Signore Gesù Cristo stesso, che sebbene fosse Dio, come ci dice San Paolo nella sua lettera ai Filippesi, non cercò di ottenere l'uguaglianza con Dio, ma piuttosto svuotò se stesso e assunse la forma di uno schiavo. E imparò con l'obbedienza e l'umiltà cosa significasse salvarci dai nostri peccati.

 Fratelli e sorelle, San Francesco vide questa umiltà nel Signore. Era qualcosa che colpiva San Francesco più di ogni altra cosa. Tra tutte le cose belle che possiamo dire del nostro Signore, la sua umiltà è qualcosa che è balzata fuori dalle pagine del Nuovo Testamento direttamente nel cuore di Francesco.

 E così diceva cose come: «... beh, se Dio incarnato non aveva un posto dove posare il capo per dormire, allora noi, fratelli miei, non avremo un posto che possiamo chiamare casa. Se il Signore Dio degli eserciti indossava solo sandali, allora anche noi non indosseremo altro che sandali - niente scarpe, niente calzini. Imitiamo il Signore nel miglior modo possibile.

 E così, fratelli e sorelle, nonostante la povertà e la malattia, San Francesco era in grado di cantare con gioia perché abbracciava l'umiltà, l'umiltà del Signore. Ed era libero dalla preoccupazione di essere onorato ed esaltato dalla gente. Piuttosto, viveva per esaltare Dio e onorare il Signore.

 Quindi, un'altra lezione molto importante che traiamo dal Vangelo di oggi è: come ci avviciniamo a Dio? Cerchiamo sempre il primo posto, o ci avviciniamo a Lui con umiltà? E nella prima lettura abbiamo sentito quanto sia importante umiliarsi sempre di più, quanto più si è grandi, e che la vera grandezza non è l'esaltazione di sé, ma il riconoscimento della nostra dipendenza da Dio.

 E poi, naturalmente, nella seconda lettura ascoltiamo San Paolo, che descrive chi è colui al quale ci avviciniamo quando ci avviciniamo a Dio e come dovremmo avvicinarci a lui con grande rispetto e umiltà, ma con la libertà nei nostri cuori, dei figli di Dio.

 Miei cari fratelli e sorelle, che il Signore questa settimana vi benedica in modo molto speciale e vi ricordi sempre che più siete umili, più egli vi esalterà nel vostro cammino. Amen.


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