Nelle belle letture di oggi, intravediamo l'affetto di San Paolo e di nostro Signore Gesù verso coloro che in qualche modo stavano lottando, compiendo il proprio cammino verso la luce.
Questo cammino per ciascuno di noi non è certamente facile, ma il Signore è con noi per illuminare i nostri cuori e le nostre menti affinché anche noi possiamo esaminare le nostre motivazioni e continuare ad essere la luce del mondo.
Nella prima lettura di oggi ascoltiamo la prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi. Ieri abbiamo iniziato proprio dall'inizio di quella lettera e oggi continuiamo con il capitolo due. Da notare è il fatto che questa, secondo gli studiosi, sarebbe stata la primissima lettera, il primissimo scritto del Nuovo Testamento.
L'intero Nuovo Testamento è iniziato proprio con questo scritto. In altre parole, si dice che i Vangeli siano stati scritti dopo questo scritto, e tutte le successive lettere di San Paolo a tutte le chiese che aveva fondato - tutte sono venute dopo le sue lettere ai Tessalonicesi. Noi siamo la prima testimonianza di ciò che stava vivendo la Chiesa primitiva.
Nelle letture di oggi, l'accento è posto sull'autenticità, sul vivere la nostra fede per compiacere Dio e non per altri motivi. San Paolo parla di come cerchiamo di non compiacere gli uomini, ma piuttosto Dio che giudica i nostri cuori.
Dio è l'unico che può veramente vedere l'interno, ciò che si nasconde nei nostri cuori. Dio è l'unico che può giudicarci. Solo lui conosce la nostra storia, il nostro percorso.
E solo lui conosce i nostri dolori. Quindi facciamo bene a trascorrere del tempo con lui, perché più tempo trascorriamo con lui, più lui illumina i nostri cuori e le nostre menti, così che anche noi possiamo allontanarci dalle illusioni o dai motivi impuri, o dagli inganni che potrebbero governare il nostro comportamento e il nostro modo di agire.
Nel Vangelo di oggi, Gesù si rivolge ancora una volta ai farisei e agli scribi e li chiama ipocriti perché mettevano in scena uno spettacolo esteriore in cui il loro aspetto esteriore era per loro un modo importante per convincere gli altri che erano santi.
Il Signore affronta questo tema. Egli dice: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull'aneto e sul cumino, e trascurate le cose più importanti della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà».
Notate che le cose che trascuravano erano quelle invisibili agli altri: la giustizia, il modo in cui dovevano giudicare e valutare le situazioni. La misericordia, i meccanismi interiori del cuore, e la fedeltà, i sacrifici che dobbiamo fare anche quando siamo soli, nella privacy delle nostre stanze, per esempio, per rimanere fedeli.
Questa è la vera fede e il Signore si preoccupa quando ci concentriamo sull'esterno trascurando ciò che conta veramente, ciò che è dentro di noi, ciò che ci rende autentici cristiani.
Chiediamo al Signore, per intercessione della nostra Beata Madre Maria, di darci l'aiuto di cui abbiamo bisogno per essere suoi autentici seguaci, giorno dopo giorno, nelle decisioni e nei sacrifici nelle scelte che facciamo, affinché, puri interiormente, possiamo essere veramente graditi a Dio.
E che il Signore vi benedica. Amen.
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