Le letture di oggi ci introducono a tre verità interconnesse della nostra fede: la chiamata universale di Dio alla santità, la necessità della disciplina nella vita cristiana e l'invito urgente a lottare per il Regno attraverso la porta stretta.
Nella prima lettura tratta da Isaia, il Signore dichiara che riunirà tutte le nazioni a sé. Persone di ogni lingua e angolo della terra saranno attratte dalla sua gloria. Questo ci ricorda che la salvezza non è un privilegio di pochi, ma un dono offerto a tutti. Tuttavia, questo dono deve essere accolto, apprezzato e vissuto. Dio chiama tutti, ma chiede anche a ciascuno di noi di camminare nella santità.
La seconda lettura dalla Lettera agli Ebrei ci porta più a fondo in ciò che questa santità richiede. L'autore ci ricorda che la disciplina di Dio non è una punizione intesa a distruggere, ma una correzione paterna intesa a guarire e rafforzare. La disciplina non è mai piacevole sul momento; può ferire, può metterci alla prova, può persino scoraggiarci se dimentichiamo il suo scopo. Ma per coloro che perseverano, produce, come dice la lettura, «il frutto pacifico della giustizia».
Pensate a un atleta che si allena per le Olimpiadi. La disciplina, le lunghe ore, la fatica: niente di tutto ciò è facile. Ma senza quell'allenamento, la vittoria non potrebbe mai essere conquistata. Allo stesso modo, Dio permette le prove, le sofferenze, persino la Sua correzione, non per allontanarci, ma per prepararci alla gloria eterna. Ogni croce che portiamo, ogni potatura che subiamo, ogni correzione che riceviamo, se accolta con fede, ci rende più simili a Suo Figlio.
E poi arriviamo al Vangelo, dove Gesù parla con sorprendente chiarezza: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta». Notate la parola: sforzatevi. Il verbo greco usato qui implica sforzo, lotta, persino agonia. La vita cristiana non è passiva. Non basta dire: «Abbiamo mangiato e bevuto con te» o «Abbiamo ascoltato il tuo insegnamento». La familiarità con Gesù non è la stessa cosa dell'amicizia con Lui. La vicinanza non è la stessa cosa della santità.
La porta stretta è il cammino della conversione quotidiana, della scelta di ciò che è giusto anche quando è difficile, del lasciare che Dio ci plasmi attraverso la disciplina. E qui sta il paradosso: la porta stretta che sembra così angusta in questa vita si apre sul vasto banchetto del Regno di Dio, dove persone provenienti da est e ovest, da nord e sud, si siederanno a tavola con Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i santi.
Cosa significa questo per noi oggi? Significa innanzitutto che dobbiamo cercare il bene, non accontentarci della mediocrità nella fede, ma perseguire la santità con coraggio. Significa che dobbiamo accettare la disciplina di Dio con gratitudine, riconoscendo in essa l'amore di un Padre che desidera la nostra salvezza. E significa che non dobbiamo mai indugiare, non dobbiamo mai presumere che basti stare vicino a Gesù, ma dobbiamo invece attraversare la porta stretta della fedeltà quotidiana, del pentimento e dell'amore.
Il Salmo di oggi ci dice: «Andate in tutto il mondo e annunciate la Buona Novella». La Buona Novella è questa: Dio ci chiama, ci disciplina e ci prepara per il Suo Regno. La porta stretta può essere difficile, ma conduce alla vita.
Santissima Madre, Regina di tutti coloro che sopportano le sfide della vita fino alla fine, aiutandoli ad essere graditi a Dio, prega per noi che ricorriamo a te.
Amen
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