20ª settimana del tempo ordinario C – Lunedì

Published on 17 August 2025 at 13:00

Nelle letture di oggi siamo invitati a riflettere profondamente su cosa sia veramente la vita eterna. In fondo, il paradiso non è semplicemente una ricompensa o un luogo di riposo, ma è una relazione di amore e comunione con Dio.

Nella prima lettura dal Libro dei Giudici, sentiamo parlare del ciclo ripetuto di allontanamento da Dio da parte di Israele. Più volte abbandonarono il Signore che li aveva salvati, inseguendo falsi dei e idoli mondani. Eppure, nella loro angoscia, quando gridarono, il Signore suscitò dei giudici per liberarli. Questo schema rivela qualcosa di importante: Dio non vuole solo salvare il suo popolo dai guai, ma desidera che rimanga con Lui in una relazione viva e fedele. Ma Israele faticava, perché il suo cuore era diviso. Voleva i benefici dell'aiuto di Dio, senza dargli la lealtà del suo amore, permettendo all'egoismo e all'egocentrismo di corrompere la sua mente e il suo cuore.

Questo tema si ritrova nel Vangelo. Il giovane si avvicina a Gesù con sincerità, chiedendogli: «Che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?». Notate come lo formula: vede la vita eterna come qualcosa da guadagnare, una lista di cose da fare, e non si preoccupa tanto di come gli altri possano ottenerla: «Cosa devo fare io?», non «Cosa dobbiamo fare noi?». Gesù prima gli indica i comandamenti, che il giovane ha già osservato. Ma poi gli offre qualcosa di più profondo, qualcosa di relazionale: «Vieni e seguimi». Questa è l'essenza del paradiso: non regole fine a se stesse, ma una relazione viva e personale con Dio in Cristo, in cui estendiamo sempre il nostro sguardo oltre noi stessi e verso un «altro».

Il giovane, tuttavia, se ne va triste, perché il suo cuore è ancora legato ai suoi beni. Voleva la vita eterna, ma come noi era ancora attaccato ai beni temporali, transitori e frivoli di questo mondo.

Infine, ciò che queste due letture ci insegnano è che il paradiso non consiste nell'adempiere a doveri esterni o nell'inseguire benedizioni. Il paradiso è comunione, essere uniti a Dio nell'amore. Proprio come Israele cadde quando cercò di vivere lontano da Lui, e proprio come il giovane non riuscì a lasciar andare ciò che gli impediva di seguire Gesù, così anche a noi viene ricordato che la vita eterna non è una cosa da guadagnare, ma una relazione da vivere, a partire dal qui e ora. È una relazione che ci porterà naturalmente (o forse sarebbe più appropriato dire soprannaturalmente) ad abbandonare certe cose, cose transitorie, cose secondarie, cose inutili e soprattutto cose peccaminose.

Ed ecco la buona notizia: Dio desidera questa relazione ancora più di noi. Egli ha pietà di noi, come ha fatto con Israele. Ci guarda con amore, come ha fatto con il giovane. E continua a chiamarci: «Vieni, seguimi».

Impegniamoci quindi ad amare Dio, che sappiamo essere dentro di noi, e permettiamo che questo amore si manifesti in modo più concreto nella nostra vita quotidiana. Permettiamo che traspaia dalle nostre azioni amorevoli verso gli altri: semplici atti di gentilezza e generosità, che sono il segno distintivo di un'anima ardente d'amore per Dio.

Madre misericordiosa, aiutaci ad amare Dio in modo sempre più autentico e fedele. Amen.

 

 


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