Nella liturgia della Parola di oggi assistiamo a un momento toccante della storia della salvezza: la conclusione del pellegrinaggio terreno di Mosè. Nella prima lettura dal Deuteronomio, Mosè sale sul monte Nebo, contempla la Terra Promessa e vede il compimento di una promessa che lui personalmente non potrà realizzare. I suoi decenni di fedele leadership, i vagabondaggi nel deserto e gli incontri intimi con Dio culminano non nel possesso, ma nella visione. La sua vita è una testimonianza di devozione incrollabile, umile obbedienza e fiducia nella volontà di Dio, anche quando il piano di Dio si svolge al di là della nostra portata personale.
La morte di Mosè segna la scomparsa di un grande leader, ma segnala anche il filo ininterrotto della provvidenza di Dio. Giosuè, pieno dello spirito di saggezza, è incaricato di guidare Israele verso la promessa tanto attesa. L'eredità di Mosè non perdura nel territorio conquistato, ma in una vita vissuta faccia a faccia con Dio, segnata da segni e prodigi che nessun altro profeta avrebbe eguagliato.
Nel Vangelo di oggi (Matteo 18, 15-20), Gesù offre ai suoi discepoli un modello di riconciliazione e unità. Il suo consiglio – cercare il dialogo, l'umiltà e il perdono quando si verificano degli errori – ci ricorda che la salute della comunità cristiana si basa sulla misericordia e sulla comprensione reciproca. L'assicurazione del Signore che «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» è sia una consolazione che una chiamata: la nostra vita comunitaria, quando è radicata nel Suo nome, è benedetta dalla Sua stessa presenza.
Insieme, queste letture ci insegnano che la leadership nella fede non si misura solo dall'arrivo a una destinazione, ma dalla fedeltà alla presenza di Dio lungo il cammino. Mosè ci ricorda di perseverare con umiltà e di confidare in Dio anche quando non riusciamo a comprendere appieno la situazione, perché le Sue vie superano le nostre.
San Francesco d'Assisi, il nostro fondatore, incarnava questa stessa fiducia. Rinunciando alle ricchezze mondane, abbracciò la povertà, la semplicità e l'amore per tutto il creato, fiducioso che la provvidenza di Dio non lo avrebbe mai deluso. La sua vita dimostra che la leadership autentica nasce dall'umiltà, dal servizio e dalla fiducia incrollabile nel Signore.
Mentre oggi onoriamo Mosè, rinnoviamo anche il nostro impegno nel cammino del pellegrino: confidando nelle promesse di Dio, guidando con umiltà e servendo con amore. E con San Francesco come nostra guida, possiamo vivere con semplicità, amare profondamente e riconoscere la presenza del Signore sia dentro di noi che tra di noi.
Maria Santissima, Regina dei Pellegrini, prega per noi che camminiamo verso tuo Figlio. Amen.
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