In questa memoria di Santa Chiara, le letture ci invitano a riflettere su una vita di amore incondizionato per Dio, un amore che richiede abbandono totale, fiducia e una semplicità che cambia il mondo. Santa Chiara d'Assisi incarna questo spirito con singolare chiarezza. Mentre molti santi servono Dio con coraggio, carità e devozione, Chiara è unica per il modo silenzioso eppure radicale con cui ha scelto di rinunciare a tutto ciò che il mondo apprezza, per poter possedere solo Cristo. Il suo cammino non è stato quello di una grande predicatrice pubblica, ma di un fuoco interiore, una vita contemplativa così intensa da illuminare la strada ad altri, tra cui molte donne che venivano da lei in cerca della stessa libertà che lei aveva trovato.
La storia di Chiara non può essere raccontata separatamente da quella di San Francesco, ma questo non significa che lei sia semplicemente un'eco della sua santità. In verità, lei è il suo specchio, il suo complemento e, per molti versi, la custode del suo ideale più audace: La Donna Povertà. Mentre Francesco era il trovatore di Cristo, predicando gioiosamente per le strade, Chiara prese la sua visione e la radicò in una forma monastica, difendendola con feroce chiarezza quando altri cercavano di ammorbidirla. Lei e le sue sorelle a San Damiano vivevano senza possedimenti, senza dotazioni, confidando completamente nella provvidenza divina. Non era incoscienza, era povertà eucaristica deliberata. Una volta disse: «Aggrappatevi alla sua dolcissima Madre, che portò in grembo un Figlio che i cieli non potevano contenere; eppure lo portò nel piccolo chiostro del suo santo grembo». Chiara sapeva cosa significava portare Cristo nel chiostro nascosto del cuore.
Nella prima lettura dal Deuteronomio, Mosè invita Israele a circoncidere i propri cuori, ad amare e servire il Signore con tutto se stessi, a smettere di essere testardi. Santa Chiara rispose a quella stessa chiamata. Tutta la sua vita fu una circoncisione del cuore: un abbandonare le comodità, lo status e il controllo, per essere completamente docile alla volontà di Dio.
Il Vangelo di oggi potrebbe sembrare a prima vista una strana combinazione. Gesù preannuncia la sua Passione, il suo cammino di abbandono, e Pietro si trova di fronte a un problema pratico: la tassa del tempio. La risposta di Gesù, però, è rivelatrice. Egli ricorda a Pietro che i figli del regno sono liberi, ma sceglie comunque l'umiltà e l'obbedienza «per non scandalizzare». Chiara ha vissuto perfettamente questo paradosso. Era, spiritualmente parlando, una figlia del Re, libera da tutte le esigenze mondane, ma ha scelto l'umiltà radicale, persino il silenzio e la clausura, per amore del Vangelo. Il suo modo di seguire Cristo, crocifisso, povero e obbediente, ci ricorda che anche noi siamo chiamati a una libertà che assomiglia alla resa, a una grandezza che questo mondo non può misurare.
Cosa ci insegna oggi Santa Chiara? Ci insegna che la santità non consiste nell'avere di più, ma nel bisogno di meno. Ci insegna che la gioia più vera non viene dall'affermare noi stessi, ma dallo svuotarci affinché Cristo possa riempirci. Ci insegna a fidarci completamente di Dio, non in teoria, ma nel modo in cui viviamo, doniamo e amiamo. E ci insegna, come Francesco, a gioire della Croce, non come tragedia, ma come porta verso la gioia. Che anche noi, come Chiara, osiamo amare Cristo con cuore indiviso e che anche noi troviamo nella povertà, nell'umiltà e nell'amore la ricchezza del Regno.
Santa Chiara, tu che insieme alle tue consorelle religiose sei stata di grande incoraggiamento per San Francesco e i frati, prega per noi che siamo tuoi fratelli e continuiamo il nostro cammino in questo mondo. Amen.
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