17ª settimana del tempo ordinario C – Martedì – Memoria dei santi Marta, Maria e Lazzaro

Published on 28 July 2025 at 13:00

Miei cari fratelli e sorelle in Cristo, la pace sia con voi. Oggi la Chiesa ci invita a onorare tre santi molto amati: Marta, Maria e Lazzaro, fratelli, discepoli e amici intimi del Signore Gesù. La loro casa a Betania era un luogo di accoglienza, riposo, conversazione e amore profondo e duraturo. Era un luogo dove Gesù era conosciuto non come ospite, ma come membro della famiglia.

La Chiesa, nella sua tradizione, ha spesso identificato Maria, sorella di Marta e Lazzaro, con Maria Maddalena. Anch'io sono di questa opinione, a causa delle implicazioni e delle prove schiaccianti presenti nella Scrittura che favoriscono questa associazione, che è profondamente significativa, e la festa di oggi ci offre una lente potente attraverso la quale comprenderla. Sebbene nel corso dei secoli ci sia stato un dibattito accademico sulla sua identità, la Chiesa ha a lungo venerato Maria Maddalena sia come peccatrice pentita che ha unto Gesù, sia come prima testimone della Resurrezione. Includendola in questa famiglia di Betania, la liturgia compie un gesto profondamente pastorale e spirituale: colloca Maria Maddalena non ai margini, ma all'interno di una famiglia, non solo come una seguace solitaria di Gesù, ma come una sorella, una donna amata e conosciuta all'interno di una famiglia di fede, e questo è significativo.

Ciò significa che Maria, un tempo considerata perduta, isolata e distrutta, non solo è perdonata e guarita, ma è vista come parte integrante di una famiglia affiatata. Il suo spirito contemplativo, la sua devozione ai piedi di Gesù, la sua audace testimonianza della Resurrezione: tutto questo avviene nel contesto dell'appartenenza. Lei non è “solo” una discepola o una convertita; fa parte di una casa, di una cerchia di amore e sostegno. Ha una sorella e un fratello, e tutti condividono un legame comune nel loro rapporto con Gesù. Quel legame è l'amore. Che dono speciale è avere accanto a noi, nel nostro cammino, dei familiari profondamente devoti a Gesù! Quanto è importante sapere che non siamo soli nella battaglia spirituale coraggiosa e piena di grazia che combattiamo ogni giorno per mantenere e rafforzare la nostra fede. E quale vergogna eterna sarà per quei membri della nostra famiglia che, invece di incoraggiarci nel nostro cammino, hanno cercato di spegnere la nostra speranza. Preghiamo per loro, perché noi viviamo di un amore a loro sconosciuto. Per amore di Colui che è l'Amore stesso, Marta, Maria e Lazzaro erano disposti a sopportare e soffrire ogni cosa, ma in quella battaglia spirituale avevano l'un l'altro come straordinario sostegno. Perché andiamo in chiesa? Sì, per ricevere il Tesoro che supera tutti gli altri, naturalmente. Per ascoltare la Sua Parola. Naturalmente. Ma spesso dimentichiamo la terza ragione importante: unirci agli altri nostri fratelli e sorelle ed essere un sostegno gli uni per gli altri. Ora, ammettiamolo, non parliamo molto tra di noi, perché il più delle volte siamo ansiosi di tornare a casa, ma dobbiamo cambiare anche questo atteggiamento. Dobbiamo conoscerci come membri di una famiglia, e nei modi virtuosi che il Signore desidererebbe. Interessarci ad aiutarci a vicenda in ogni modo possibile. Questa è la famiglia. Questa è la Chiesa.

E forse è per questo che questa festa è così preziosa: perché ci ricorda che la santità può essere vissuta nel contesto delle normali relazioni umane. La santità non è riservata all'eremita, al mistico o al martire: è possibile anche al tavolo della cucina, nel peso condiviso del dolore, nell'ospitalità di una casa che accoglie Cristo e in quelle persone speciali che ti danno il benvenuto quando varchi la soglia della Chiesa.

Nel Vangelo di oggi, Marta corre da Gesù dopo la morte di Lazzaro. Parla chiaramente: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto». E Gesù risponde non con una lezione, ma con amore e una promessa: «Io sono la risurrezione e la vita». In quel momento, la loro amicizia diventa un canale di rivelazione. La fede di Marta, espressa con dolore e speranza insieme, apre la porta a Gesù per proclamare una delle più grandi verità della nostra fede.

E dov'è Maria? Nel racconto di Giovanni, lei è ancora a casa, seduta nel dolore. Più tardi anche lei andrà da Gesù, cadrà ai suoi piedi e piangerà. E Gesù ne sarà profondamente commosso. Piangerà con loro. Questo non è un Messia distante e distaccato. Questo è Dio con noi. Dio nella casa. Dio nell'amicizia. Dio nelle lacrime delle sorelle che piangono un fratello.

Questo memoriale – di Marta, Maria e Lazzaro – è anche uno specchio. Ci mostra come è la vita cristiana quando è vissuta nell'amore. Ci dice che la vita familiare, l'amicizia e la fede condivisa non sono distrazioni dalla santità, ma ne sono il fondamento.

Onoriamo quindi Santa Marta, donna d'azione e di confessione; San Lazzaro, segno del potere di Cristo sulla morte; e Santa Maria Maddalena, non come penitente solitaria, ma come sorella, parte di una famiglia, abbracciata dall'amore, donna resa integra dalla misericordia e incaricata del Vangelo.

Nella nostra vita, facciamo tesoro delle relazioni che Dio ci ha donato: le nostre famiglie, i nostri amici, le nostre comunità. Facciamo spazio a Gesù nelle nostre case e nei nostri cuori. E soprattutto, ricordiamo: lo stesso Gesù che amava quella famiglia di Betania, ama noi, profondamente, personalmente e per sempre.

Amen.

 


Add comment

Comments

There are no comments yet.