Miei cari fratelli e sorelle in Cristo, la pace sia con voi. Nella prima lettura di oggi, tratta dal libro dell'Esodo, troviamo Mosè in piedi davanti a un roveto ardente: senza sandali, con il cuore che batte forte, il volto rivolto a terra. Egli sente la voce di Dio e pone una domanda piuttosto audace: «Quando andrò dagli Israeliti e dirò loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato”, e loro mi chiederanno: “Come si chiama?”, cosa dovrò rispondere?».
È quasi come se Mosè dicesse: «Ci sono molti cosiddetti dei là fuori... chi sei tu esattamente?». È una domanda che proviene da un mondo in cui gli dei avevano nomi, territori e limiti. Mosè vuole essere sicuro. E la risposta di Dio è potente. Egli dice: “IO SONO COLUI CHE SONO”. In altre parole: “Io semplicemente SONO. Non sono uno dei tanti dei, sono l'unico. Eterno. Senza inizio né fine. Affidabile. Sovrano. Al di là di tutto ciò che potete immaginare”.
Questo è il Dio che ricorda la sua alleanza, lo stesso Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Il Dio che vede la sofferenza del suo popolo. Il Dio che agisce. Egli non esiste semplicemente: si prende cura, si muove e guida.
E questo stesso Dio parla di nuovo nel Vangelo di oggi, attraverso Gesù. E ascoltate quanto è diversa la sua voce qui: gentile, confortante:
«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo».
Che contrasto: nell'Antico Testamento, Dio parla attraverso il fuoco e la missione; nel Nuovo, parla attraverso la tenerezza e l'invito. Ma è lo stesso Dio. Lo stesso «IO SONO» che ha condotto Israele fuori dall'Egitto ora ci sta conducendo fuori dal peccato e dall'inquietudine. E offre qualcosa che il Faraone non ha mai potuto offrire: riposo per l'anima.
Gesù dice: «Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me». Sapete, un giogo è qualcosa che lega insieme due buoi per condividere il peso. E ai tempi di Gesù era anche un modo per dire «seguite i miei insegnamenti». Ma Egli ci rassicura: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero». Perché? Perché lo porta con noi. Non lo tiriamo mai da soli.
Allora, come si collegano queste letture per noi oggi?
Ci ricordano che il nostro Dio non è distante o confuso. Non si nasconde dietro molti nomi. È semplicemente IO SONO. L'unico vero Dio. L'unico che può veramente dire: «Io sarò con te».
Nel mondo di oggi, ci sono ancora molti «dei» che competono per la nostra attenzione: il successo, la ricchezza, lo status sociale, il comfort. Ma solo un Dio può salvare. Solo uno può dare la pace. Solo uno ci chiama per nome e dice: “Venite a me”.
Quindi, se oggi siete stanchi, stanchi del lavoro, stanchi dei pesi familiari, stanchi di cercare di essere perfetti o di cercare di tenere tutto insieme, Gesù ha una parola per voi: “Venite a me... vi darò riposo”.
Veniamo quindi a Colui che è, il grande IO SONO, non solo con stupore, come Mosè, ma anche con fiducia, come i discepoli. Deponiamo i nostri fardelli ai piedi di Gesù perché, anche il carico più pesante diventa leggero con il suo aiuto. Amen.
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