Oggi celebriamo la vita di una giovane donna straordinaria: Santa Kateri Tekakwitha, spesso chiamata il "Giglio dei Mohawk". È la prima santa indigena del Nord America e occupa un posto speciale nel cuore di molti canadesi e americani.
Kateri nacque nel 1656 nell'attuale Stato di New York, da padre mohawk e madre algonchina cristiana. Quando aveva solo quattro anni, un'epidemia di vaiolo colpì il suo villaggio. Lei sopravvisse, ma rimase sfigurata e con la vista indebolita. Rimase orfana e fu accolta da parenti che non condividevano la fede cristiana di sua madre.
Crescendo, Kateri sentì un profondo richiamo verso Gesù. A 19 anni chiese di essere battezzata, anche se questo significava essere rifiutata dalla sua stessa gente. Da quel momento in poi la sua vita non divenne più facile: fu ridicolizzata, minacciata e fraintesa. Alla fine fuggì in un villaggio indigeno cristiano vicino a Montreal, dove poté vivere la sua fede più liberamente. Fece voto di verginità, dedicando tutta la sua vita a Dio, e fu nota per la sua devozione, gentilezza e sacrificio. Morì a soli 24 anni, ma chi le stava vicino testimoniò la sua profonda santità. Un sacerdote disse che in quei pochi anni lei visse più come una "vera anima cristiana" di quanto molti facciano in una vita intera.
E sapete una cosa? Dopo la sua morte, il suo viso, un tempo sfigurato dal vaiolo, si dice che fosse diventato radioso e bello. Un piccolo segno, forse, di come Dio ci vede quando ci doniamo a Lui.
Nella prima lettura di oggi, tratta dall'Esodo, sentiamo parlare degli Israeliti oppressi in Egitto. Erano schiavi, temuti e trattati con crudeltà, eppure più venivano oppressi, più crescevano. Non assomiglia molto a Kateri? Ha affrontato il rifiuto, la malattia, persino la persecuzione, ma la sua fede è diventata sempre più forte. Come gli Israeliti, ha mantenuto la speranza e la fiducia in Dio, anche nei momenti più difficili.
Il Salmo ci ricorda: "Il nostro aiuto è nel nome del Signore". Kateri riponeva sempre la sua fiducia in Gesù. Non aveva ricchezze né potere. Ciò che aveva era una fede semplice e forte in Cristo. Quella era la sua forza, il suo aiuto. Dio non le tolse i suoi problemi, ma rimase al suo fianco come fonte di forza.
E poi abbiamo quel potente Vangelo di Matteo, in cui Gesù dice che non è venuto a portare la pace, ma la spada. Non è un messaggio facile, vero? Ma Gesù è sincero: seguirlo a volte significa fare scelte difficili. Può significare perdere relazioni o comodità. Ma Egli promette che se perdiamo la nostra vita per amor suo, la ritroveremo.
È esattamente ciò che ha fatto Santa Kateri. Ha rinunciato a una vita sicura, ai legami familiari e persino alla salute per seguire Gesù. E alla fine ha trovato qualcosa di molto più grande: l'amore di Dio e la vita eterna. La sua storia ci ricorda che la santità non significa essere perfetti, famosi o potenti. Significa scegliere Gesù, ancora e ancora, anche quando è difficile.
Quindi oggi chiediamo a Santa Kateri di pregare per noi. Che possiamo avere anche solo una minima parte del suo coraggio e del suo amore per Cristo. E che possiamo sempre ricordare: il nostro aiuto è nel nome del Signore. + Amen.
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