14a Settimana del Tempo Ordinario C – Sabato

Published on 11 July 2025 at 13:00

«Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima». Queste parole di Gesù nel Vangelo di oggi colpiscono al cuore della nostra fede. Non sono solo un comando, ma una rivelazione, una finestra sulla verità della vita, della morte e di ciò che c'è oltre.

Nella prima lettura di oggi, tratta dalla Genesi, assistiamo agli ultimi momenti di Giacobbe e poi di Giuseppe, due grandi patriarchi di Israele. Le loro parole sono solenni, ma piene di una tranquilla speranza. Giacobbe parla della morte non come di un annientamento, ma come di una riunione: «Sto per essere portato dal mio popolo». Anche Giuseppe, pur morendo in Egitto, fa giurare alla sua famiglia di riportare le sue ossa nella Terra Promessa. Egli confida che Dio non abbandonerà il suo popolo, ma manterrà il giuramento fatto ad Abramo, Isacco e Giacobbe. Questa non è ancora la piena luce della resurrezione, ma ne è il seme. Il popolo d'Israele intuiva che la morte non era la fine, anche se non riusciva ancora a vedere il quadro completo. La loro comprensione della morte era ancora velata: un ritorno agli antenati, un'attesa all'ombra della promessa di Dio.

Ma nel Vangelo, Gesù strappa il velo. Parla chiaramente: l'anima non muore. Il corpo può perire, può persino essere ucciso dai persecutori, dalla malattia o dal tempo stesso, ma l'anima rimane, custodita nelle mani di Dio. Nessuno può toccarla tranne il Creatore. E così Gesù dice: «Non abbiate paura». Non perché la morte sia piacevole, ma perché non è più definitiva. Noi valiamo più di molti passeri, e nessuno di essi cade a terra senza che il Padre lo sappia. La morte, quindi, non è la fine: nel piano di Dio è un passaggio.

Questa è la grande evoluzione della rivelazione: da una speranza reverente all'ombra della morte a una fede senza paura nel trionfo della vita. I patriarchi erano fedeli a ciò che era stato loro dato, ma in Cristo il mistero è rivelato nella sua pienezza. La morte ha perso il suo pungiglione, non perché è scomparsa, ma perché Gesù l'ha attraversata ed è uscito vittorioso. Quanto dovremmo essere più felici allora del popolo dell'Antico Testamento che sperava solo nella benedizione che ora conosciamo con maggiore certezza in Cristo, da dare a tutti i fedeli di Dio? Ci sforziamo quindi di annoverarci tra gli eletti che già ora, pur aspettando la risurrezione, sono comunque già con Dio in paradiso o attendono di entrarvi dal beato Purgatorio.

E oggi, essendo sabato, guardiamo alla nostra Beata Madre. Maria stava ai piedi della Croce e teneva tra le braccia il corpo senza vita di suo Figlio. Conosceva il dolore della morte nel modo più intimo, eppure non si disperava. La sua fede rimase, anche quando ogni segno terreno di speranza sembrava scomparire. Maria credeva che la morte non sarebbe stata l'ultima parola. Il suo silenzio sul Calvario non era vuoto, era fiducia. La sua attesa nel Sabato Santo non era tanto rassegnazione quanto disponibilità. In lei, il coraggio di credere, anche di fronte alla morte, raggiunge la sua perfezione.

Maria ci mostra come soffrire con speranza e come vivere con lo sguardo rivolto all'eternità. Ci ricorda che la via cristiana non è quella di sfuggire alla morte, ma di attraversarla con la grazia di Dio. «Anche se cammino nella valle della morte, non temerò alcun male, perché Tu sei con me». Come ha accompagnato Gesù nella sua sofferenza e glorificazione, così ora cammina con ciascuno di noi, specialmente con coloro che hanno paura, coloro che sono in lutto e coloro che si preparano a morire.

E così oggi siamo invitati a vivere come ha fatto Maria nostra Madre in questo mondo, come persone della risurrezione, anche quando siamo circondati dalle ombre della morte. Come Giuseppe dell'Antico Testamento, dobbiamo confidare che le promesse di Dio saranno mantenute. Come nostro Signore Gesù, dobbiamo dire la verità senza paura. Come Maria, dobbiamo meditare tutte queste cose nel nostro cuore, aggrappandoci alla fede anche quando la luce sembra fioca.

«Rallegratevi, voi umili; rallegratevi i vostri cuori!». Perché le nostre vite sono nascoste con Cristo in Dio, e anche la morte è solo una porta che conduce all'abbraccio del Padre.

Amen.

 


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