12ª settimana del tempo ordinario C – Martedì – Solennità della Natività di San Giovanni Battista

Published on 23 June 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, mentre celebriamo la natività di San Giovanni Battista, siamo invitati a riflettere non solo sulla missione unica di questo grande profeta – il precursore che ha preparato la via a Cristo – ma anche sul profondo mistero e sulla dignità di ogni vita umana. Fin dall'inizio, dal grembo di Elisabetta, Giovanni fu scelto, consacrato e inviato come luce per le nazioni. La sua stessa esistenza era un segno della provvidenza di Dio, e la sua nascita fu accolta con gioia da tutti coloro che riconobbero la mano del Signore su di lui.

Quanto è appropriato, quindi, che in questa solennità rivolgiamo il nostro cuore al bisogno urgente dei nostri tempi: la difesa e la promozione della santità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale. Le letture di oggi risuonano della verità che la vita è un dono di Dio. Il profeta Isaia proclama: «Il Signore mi ha chiamato fin dalla nascita, dal grembo di mia madre mi ha dato il mio nome» (Is 49,1). E il salmista loda Dio: «Tu hai formato le mie viscere, mi hai intessuto nel grembo di mia madre. Ti rendo grazie perché sono stato creato in modo meraviglioso» (Sal 139). Queste parole fanno eco all'insegnamento incrollabile della Chiesa secondo cui la vita umana è sacra in ogni fase e in ogni condizione, perché è voluta, creata e amata da Dio.

San Giovanni Paolo II, nella Evangelium Vitae, ci ricorda: «La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio è opera creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, che è il suo unico fine» (EV 53). E il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna chiaramente: «La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal concepimento. Fin dal primo istante della sua esistenza, l'essere umano deve essere riconosciuto come dotato dei diritti della persona» (CCC 2270). Eppure, viviamo in un'epoca in cui queste verità sono oscurate da eufemismi e terminologia educata che nascondono gravi ingiustizie. I governi e le società sanciscono e promuovono sempre più spesso quella che chiamano «assistenza alla fine della vita», una tragica distorsione che nega la dignità dei nostri anziani e dei più vulnerabili, offrendo la morte come soluzione alla sofferenza. I movimenti «pro-choice» proclamano la libertà, ma così facendo calpestano la libertà più fondamentale: il diritto alla vita del bambino non ancora nato che non ha voce. Quante vite preziose – come quella di San Giovanni Battista, la cui vocazione e dignità erano note a Dio ancor prima della sua nascita – vengono private della possibilità di vedere la luce del giorno?

E non dimentichiamo, fratelli e sorelle, che anche la vita di San Giovanni sarebbe stata stroncata dai capricci dei poteri terreni. Sebbene fosse il più grande dei profeti, Giovanni rimase vulnerabile, soggetto alla crudeltà di coloro che governavano non per la giustizia, ma per interesse personale e ambizione. Erode, spinto dalla paura, dall'orgoglio e dalla manipolazione degli altri, ordinò la decapitazione di Giovanni, mettendo a tacere una voce che diceva la verità. Giovanni, che aveva esultato di gioia nel grembo di sua madre alla presenza del Salvatore, sarebbe stato ucciso a causa della sua fedeltà alla legge di Dio. Il suo martirio ci ricorda che dall'inizio alla fine della vita, gli innocenti e i giusti sono spesso in balia di coloro che antepongono il potere e il profitto alla verità e alla dignità umana.

Non dimentichiamo che il bambino nel grembo di Elisabetta saltò di gioia alla presenza del Salvatore nel grembo di Maria. Anche prima della nascita, questi due bambini non ancora nati proclamarono il Vangelo con la loro stessa esistenza. Che segno potente per noi della dignità di ogni bambino nel grembo materno! Papa Francesco ha spesso parlato con forza contro quella che ha definito la «cultura dello scarto», che getta via i nascituri, gli anziani, i disabili, coloro che la società giudica scomodi o gravosi. Ci ha sfidato, come popolo di Dio, a costruire invece una «cultura dell'incontro» e dell'«accompagnamento», dove ogni vita è accolta, protetta e amata.

Cari amici, la festa di oggi ci esorta a non rimanere in silenzio. Come Giovanni Battista, siamo chiamati a preparare la via al Signore, a essere voci che gridano nel nostro tempo, difendendo la dignità della vita contro la marea dell'indifferenza e della falsa compassione che giustifica l'uccisione sotto le spoglie della scelta o della misericordia. Preghiamo, quindi, per intercessione di San Giovanni Battista, affinché abbiamo il coraggio di testimoniare il Vangelo della vita, di difendere il bambino non ancora nato, creato in modo meraviglioso e prodigioso, di stare accanto ai malati, agli anziani e ai disabili, affermando la loro dignità, e di accompagnare con amore e aiuto concreto coloro che sono in crisi, affinché nessuno si senta abbandonato o senza speranza. Che noi, come Giovanni, possiamo essere luci che indicano Cristo, il Signore della vita. E che le nostre parole e le nostre azioni proclamino con tutti coloro che hanno assistito allo scioglimento della lingua di Zaccaria: «Che cosa sarà dunque questo bambino?», perché sicuramente la mano del Signore è con ogni bambino, ogni vita umana, creata a Sua immagine e destinata alla Sua gloria.

Amen.

 


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