13ª settimana del tempo ordinario C – Domenica – Santi Pietro e Paolo

Published on 28 June 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle, la pace del Signore Gesù sia sempre con voi. Mentre celebriamo due grandi pilastri della Chiesa, i santi Pietro e Paolo, gioiamo per come il Signore ha operato nella loro vita e rendiamo grazie perché vediamo elementi comuni nel nostro cammino di fede. Due uomini così diversi per provenienza, temperamento e personalità, eppure uniti nell'amore per Cristo e nella totale sottomissione alla Sua volontà. Questa solennità ci ricorda che la Chiesa è fondata sull'unità e sulla gioia che troviamo in Pietro che segue Cristo, su di lui e sulla sua fede che il Figlio del Dio vivente è disceso nel nostro mondo per salvarci. Paolo avrebbe seguito il suo esempio e alla fine sarebbe stato incaricato dal Signore stesso di predicare questa buona novella a tutte le nazioni.

Nel Vangelo di oggi, ascoltiamo il momento potente a Cesarea di Filippo, quando Gesù chiede a tutti gli apostoli: «Chi dite che io sia?». Simone risponde: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Questa confessione cambia tutto. Gesù risponde: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Pietro riceve il suo nome e la sua missione non per la sua forza, ma perché sarà gradualmente preparato a essere fonte di forza per i suoi fratelli.

Durante l'Ultima Cena, Pietro pensa di essere forte e dichiara a Gesù che sarebbe andato in prigione e persino avrebbe affrontato la morte, se necessario. Tuttavia, non conosceva i poteri ingannevoli e affascinanti di Satana, poiché nostro Signore gli dichiara: «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarti come il grano, ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno; e quando ti sarai convertito, conferma i tuoi fratelli» (Luca 22, 31-32). È solo attraverso la grazia di nostro Signore che siamo in grado di trovare la forza per il combattimento spirituale. Pietro impara molto bene questa lezione, tanto che, come sentiamo nella prima lettura, imprigionato da Erode, dormendo tra due guardie la notte prima del suo previsto processo e della sua morte, è in pace, confidando in Dio. Un angelo lo salva. Non possiamo dimenticare i nostri angeli, miei cari fratelli e sorelle, sia quelli caduti che quelli gloriosi. Satana e i suoi servitori sono ovunque, ma lo sono anche i nostri angeli, perché Dio non ci permette mai di combattere senza essere aiutati. Pietro sperimenta quanto gli angeli siano parte della nostra vita e del piano di Dio per noi.

Ora, se Pietro è la roccia, Paolo è la fiamma. Un uomo di ardente zelo, convertito da persecutore dei cristiani ad apostolo dei gentili. Le sue parole nella seconda lettura dalla seconda lettera a Timoteo sono di una bellezza struggente: «Già sto per essere versato in offerta... Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede». La vita di Paolo è stata una vita di instancabile proclamazione, di sofferenza per il Vangelo, di prigionia, di naufragi a Malta e in altri tre luoghi, di rifiuto e infine di martirio a Roma. Eppure egli dice con fiducia: «Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza... Il Signore mi salverà da ogni minaccia di male e mi porterà sano e salvo nel suo Regno celeste». Notate la profonda somiglianza con l'evoluzione spirituale di Pietro che ho descritto prima. Egli menziona come il male lo minacciava, eppure come il Signore gli è stato accanto e gli ha dato forza.

Amici, viviamo in tempi di confusione, polarizzazione e crescente ostilità verso la fede. Ciò di cui la Chiesa ha bisogno ora non è intelligenza, né forza nei numeri, ma fede come quella di Pietro e coraggio come quello di Paolo.

Non dimentichiamo: lo stesso Spirito che ha rafforzato Pietro in catene e Paolo in prigione vive oggi nella Chiesa. Vive in noi. Se glielo permettiamo, farà di noi ciò che ha fatto di loro: santi appassionati, disposti a dare tutto per amare e servire il Signore, che è sempre al nostro fianco per rafforzare ciascuno di noi.

San Pietro e San Paolo, intercedete per noi.

Amen.

 


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