Oggi celebriamo San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa, che guidò il popolo di Dio in un tempo difficile (440–461). L’Impero Romano stava crollando, le eresie dividevano i cristiani e i barbari minacciavano Roma. In mezzo a quel caos, Dio donò alla Chiesa un pastore di straordinaria intelligenza, fede profonda e grande coraggio.
Leone divenne voce di verità e stabilità. Con il suo Tomo al Concilio di Calcedonia (451), spiegò con chiarezza che Cristo è vero Dio e vero uomo. I Padri conciliari esclamarono: «Pietro ha parlato per mezzo di Leone.» La sua dottrina divenne pilastro della fede.
Non fu solo un grande teologo, ma anche un pastore coraggioso: incontrò Attila alle porte di Roma e lo convinse a ritirarsi, salvando la città. La Chiesa lo chiama Magnus—il Grande—per la sua dottrina, la sua guida pastorale e la sua fede incrollabile.
Come dice il Libro del Siracide: «Chi studia la legge dell’Altissimo versa parole di sapienza e la sua memoria non svanirà.» Queste parole descrivono perfettamente San Leone, uomo di preghiera e contemplazione. Le sue parole e i suoi scritti continuano a nutrire i credenti, perché la sua sapienza era dono di Dio.
Nel Vangelo, Gesù dice a Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.» Su questa fede è fondata la Chiesa. Leone, successore di Pietro, difese la verità su Cristo e la Vergine Maria con fermezza e amore.
In tempi di confusione, San Leone restò saldo sulla roccia della rivelazione: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, Redentore del mondo.
Per sua intercessione, il Signore ci renda saldi nella fede e coraggiosi nella verità.
Maria Santissima, Madre della Chiesa, prega per noi. Amen.
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