Cari fratelli e sorelle, che il Signore risorto vi doni sempre la pace! Come Chiesa, oggi eleviamo i nostri cuori con stupore davanti al mistero della Santa Eucaristia, il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo. E chi meglio di San Francesco d'Assisi, quell'umile e gioioso amante di Cristo veramente presente tra noi, può guidarci nella riverenza e nello stupore? Ancora una volta, come sito web dedicato alla predicazione francescana, di tanto in tanto metterò in evidenza come la spiritualità di San Francesco si inserisce nella nostra riflessione quotidiana.

San Francesco era consumato dall'amore per il Signore eucaristico. Nei suoi scritti esortava tutte le persone a «mostrare grande riverenza per il Suo (di Cristo) Corpo e Sangue, perché ogni giorno Egli si umilia proprio come fece quando discese dal Suo trono regale nel grembo della Vergine; ogni giorno Egli viene a noi in umile apparenza». Era addolorato quando il Sacramento veniva trascurato o trattato con noncuranza, e gridava: "Tremate, voi tutti”.
Questo è anche un solenne richiamo per noi che siamo stati chiamati non solo alla vita religiosa francescana, ma anche al sacerdozio, e che grande e sublime privilegio e onore è tenere il nostro Signore nelle nostre mani ad ogni Santa Messa. Come dovremmo prepararci noi sacerdoti? Che tipo di vita dovremmo vivere in generale? Per questo motivo, chiedo a voi che state ascoltando questa omelia di pregare per i vostri sacerdoti, perché se è vero che essi sono chiamati in modo unico al ministero sacerdotale, è anche chiaro che nessun altro gruppo di uomini sarà più attaccato e perseguitato dal maligno e dai suoi demoni caduti. La protezione contro questi attacchi viene dalla loro preghiera personale, ma anche, e forse in modo ancora più efficace, dalle vostre preghiere per loro. Per Francesco, l'Eucaristia non era un semplice simbolo o rituale. Era Cristo stesso - povero, umile, nascosto sotto i segni del pane e del vino - che si donava completamente, nutrendosi della sua presenza e attirandoci nel suo amore affinché potessimo essere trasformati.
Le letture di oggi ci aprono questo mistero. Melchisedek offre pane e vino, benedicendo Abramo in segno di ringraziamento all'Altissimo Dio - un assaggio dell'offerta perfetta di Cristo. San Paolo ci ricorda che ciò che riceviamo non è solo pane, ma il Corpo stesso di Cristo dato per noi; non solo vino, ma il Suo Sangue versato per amore. E nel Vangelo, Gesù nutre la moltitudine affamata, soddisfacendo i suoi bisogni con generosità e compassione, indicandoci l'Eucaristia attraverso la quale Egli è in grado di nutrire il mondo con la Sua stessa vita e il Suo amore. In ogni miracolo eucaristico analizzato, il risultato mostra sempre che Egli ci sta donando il suo Cuore, il suo Sacro Cuore – in altre parole, tutto se stesso!
E quanto abbiamo bisogno oggi di questo Pane di Vita, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Guardando il nostro mondo, vediamo guerre che infuriano, nazioni divise, poveri e innocenti che soffrono e tanti cuori affamati di pace, giustizia e speranza. L'Eucaristia parla direttamente a questa frattura. È il Sacramento dell'unità, della pace, della misericordia, un dono che ci chiama ad essere operatori di pace e a vedere Cristo in ogni fratello e sorella feriti.
In questo Corpus Domini, facciamo nostra la semplice preghiera di San Francesco: «Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le tue chiese nel mondo, e ti benediciamo, perché con la tua santa Croce hai redento il mondo». Amen.
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