11ª settimana del tempo ordinario C – Lunedì

Published on 15 June 2025 at 13:00

Fratelli e sorelle, le parole di San Paolo oggi ci colpiscono con urgenza: «Ora è il momento favorevole, ecco, ora è il giorno della salvezza». Egli non parla come uno che offre una teoria pia, ma come uno che ha puntato tutto su Cristo, sopportando afflizioni, difficoltà, percosse e prigionie. Il suo tono è modellato dal suo incontro con il Signore vivente e dalla sua incrollabile determinazione a seguire le esigenze radicali del Vangelo.

E quali sono queste esigenze? Gesù ce lo dice oggi: «Non opporre resistenza al malvagio... porgi l'altra guancia... fai il miglio supplementare... dai a chi ti chiede». Non sono parole facili. Ci chiamano al di là di ciò che è naturale. Ci chiamano a ciò che è divino: amare come ama Cristo.

E mentre ascoltiamo queste letture, i nostri cuori sono appesantiti dai dolori del mondo. Proprio questa settimana abbiamo saputo del terribile incidente aereo in India, dove sono state perse tante vite e solo una persona è sopravvissuta. Pensiamo anche allo scoppio della guerra tra Israele e Iran, l'ennesima esplosione di violenza in un mondo già così ferito. Come possiamo noi, seguaci di Cristo, dare un senso a tali tragedie? Come possiamo guardarle con gli occhi della fede?

San Paolo ci mostra la via. Egli non nasconde la sofferenza, né cede alla disperazione. Piuttosto, vede tutte le cose alla luce di Cristo crocifisso e risorto. Sa che in un mondo ferito la sofferenza è inevitabile, ma sa anche che questo è il momento di vivere pienamente il Vangelo, di rispondere con amore, di essere strumenti di pace e misericordia.

I comandi radicali di Cristo oggi non sono ingenui. Non sono un invito a ignorare il male o a fingere che la tragedia non sia reale. No, sono un invito a rispondere all'odio del mondo con l'amore, alla violenza con la pace, alla perdita con la speranza. Quando vediamo vite innocenti perdute, quando vediamo nazioni in guerra, non induriamo i nostri cuori. Al contrario, preghiamo. Piangiamo con chi piange. Diamo. Perdoniamo. Diventiamo operatori di pace, in ogni modo possibile, piccolo o grande che sia.

E qui troviamo l'esempio di San Francesco d'Assisi, un uomo che, come Paolo, ha abbracciato questi comandi radicali. Francesco non si è tirato indietro di fronte a un mondo lacerato dalla violenza e dalla divisione. È entrato nelle sue ferite con umiltà, con carità, con pace. Ha persino attraversato le linee nemiche durante le Crociate, rischiando la vita per parlare al Sultano, non con le armi, ma con parole di pace. Ci mostra che la via del Vangelo non è il ritiro, ma l'amore coraggioso.

Spesso dimentichiamo che quando questa vita finisce, comunque finisca, una vita nuova ed eterna è stata preparata per noi da Dio. Abbiamo appena concluso il tempo pasquale, in cui abbiamo ascoltato Cristo prometterci che è andato a preparare un posto per noi. È per questo motivo che ci chiede di essere pieni di speranza e di non lasciare che le tragedie di questo mondo definiscano la nostra identità di figli e figlie di Dio, destinati a stare con Lui per sempre.

Possa la nostra Santissima Madre, Maria, continuare a mostrarci che Gesù ha sofferto ed è morto, ha versato il suo prezioso Sangue per noi, affinché potessimo stare con Lui per sempre in cielo. Possa Lei continuare a mostrarci che siamo stati amati oltre ogni nostra immaginazione. E che Dio vi benedica... Amen.


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