In questo venerdì della 3a Settimana di Avvento A, la liturgia ci pone davanti a tre grandi annunci di vita: quello di Sansone, quello di Giovanni il Battista e, in modo unico e assoluto, quello del Signore Gesù.
In tutti e tre i casi, Dio interviene dove umanamente non c’è speranza. Le madri di Sansone e di Giovanni sono sterili, avanzate negli anni, incapaci di dare la vita da sole. Eppure Dio agisce. La vita nasce perché è Lui a volerla. È la Sua iniziativa, la Sua opera.
Sansone e Giovanni sono consacrati fin dal grembo materno per una missione particolare: preparare, liberare, indicare. Ma entrambi prefigurano un Liberatore più grande, non politico, non militare, ma Colui che viene a liberarci dalla morte stessa.
Con Maria Santissima, l’opera di Dio raggiunge il suo vertice: la nascita verginale del Figlio eterno, senza intervento umano, nel grembo immacolato della Madre. In Lei Dio entra nella storia per salvare l’umanità.
Questa Parola ci ricorda il valore della consacrazione, dell’affidamento dei figli a Dio attraverso Maria. La vita è un dono sacro, voluto da Dio fin dall’eternità. E affidare la nostra vita e quella dei nostri cari al Signore, per mezzo della Vergine, è sempre una scelta saggia e santa.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
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