6ª settimana di Pasqua - Sabato C - Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria

Published on 30 May 2025 at 13:00

Oggi celebriamo la bellissima festa della Visitazione, un momento ricco di significato teologico e di mistero divino. È un giorno che ci invita a riflettere profondamente sul ruolo di Maria come Arca dell'Alleanza e su ciò che la sua visita a Elisabetta rivela sull'identità di Cristo, sul compimento delle promesse di Dio e sui temi centrali della storia della salvezza.

Nel Vangelo di Luca (Lc 1, 39-56), vediamo Maria che, dopo aver sentito dall'arcangelo Gabriele della sua vocazione divina, si mette in viaggio “in fretta” per visitare Elisabetta. Il fatto che la nostra Madre si precipiti da Elisabetta è indice di quanto fosse gioiosa la grazia e la benedizione che il Figlio di Dio sarebbe nato attraverso di lei, e voleva condividerla con Elisabetta per confermare anche lei nella sua vocazione di madre del precursore, Giovanni Battista, che Gesù dichiara il più grande di tutti gli uomini che sarebbero nati. Quando Elisabetta la saluta, il piccolo Giovanni salta di gioia nel suo grembo ed Elisabetta, piena di Spirito Santo, proclama Maria “la più benedetta tra le donne” e la chiama “la Madre del mio Signore”. Maria risponde con il suo Magnificat, un inno di lode, gratitudine e riconoscimento delle azioni potenti di Dio.

Questo incontro è profondo: è il momento in cui il compimento divino diventa palpabile. La fede di Maria, la sua fiducia nella promessa di Dio, è il cuore della sua beatitudine - fiducia che si realizza nella sua visita, che prefigura il suo ruolo di portatrice del Messia.

Consideriamo ora l'Antico Testamento e il significato dell'Arca dell'Alleanza. L'Arca era il vaso sacro che conteneva le tavole di pietra della Legge, la manna e il bastone di Aronne, elementi che simboleggiavano l'alleanza, la presenza e la provvidenza divina di Dio. Nel Levitico leggiamo: “Porrò il mio tabernacolo in mezzo a voi e la mia anima non vi aborrirà. Camminerò in mezzo a voi, sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo” (26:11-12). Era quindi l'oggetto più sacro tra gli israeliani, portato in battaglia e posto nel Santo dei Santi, a significare la dimora di Dio tra il suo popolo. I primi Padri della Chiesa, come Sant'Ireneo, hanno sottolineato che Maria, nella sua obbedienza e nella sua fede, è diventata il contenitore attraverso il quale Cristo è entrato nel mondo, proprio come l'Arca era il contenitore della presenza di Dio.

Nella teologia cattolica, quindi, Maria è vista come la nuova Arca dell'Alleanza. Come l'Arca portava la presenza di Dio nell'Antico Testamento, così Maria porta Gesù, che è veramente Dio e veramente uomo. Quando Maria visita Elisabetta, porta il Verbo incarnato - Dio stesso - in mezzo al suo popolo. Il “salto” di Giovanni nel grembo di Elisabetta significa il riconoscimento della presenza divina di Cristo, riecheggiando il modo in cui l'Arca significava la presenza di Dio tra Israele e come il re Davide saltò di gioia in quel giorno glorioso quando vide l'Arca avvicinarsi a Gerusalemme.

Gesù è il compimento delle promesse di Dio, l'Arca definitiva che contiene la Legge divina e la manna, la sua stessa carne e il pane della vita eterna. Il “sì” di Maria è il momento del compimento divino, che la rende il vaso vivente della salvezza di Dio.

Il Magnificat riecheggia le profezie di Isaia sulla misericordia di Dio, sulla sua forza e sulla sua opera di elevazione degli umili. Cristo, come pienezza della misericordia e della forza di Dio, incarna questi attributi divini. Il ruolo di Maria nel portare Cristo nel mondo la rende il riflesso perfetto di Israele, il vaso scelto attraverso il quale si realizzano le promesse di Dio.

Mentre onoriamo la visita di Maria, vediamola come l'Arca della Nuova Alleanza, che porta Cristo dentro di sé e ci rivela che Gesù è il compimento divino delle promesse di Dio. Non c'è da meravigliarsi se ora in cielo, dopo essere stata incoronata Regina dalla Santissima Trinità, gli angeli e i santi si meravigliano ancora di lei.  Che la nostra carissima Regina ci tenga nel suo cuore come ha sempre fatto, e ottenga da Gesù la sua misericordia e la sua grazia per tutti noi. Amen.


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