Cari fratelli e sorelle in Cristo, ci ritroviamo oggi in un tempo di attesa, un tempo di anticipazione. Gli occhi del mondo sono rivolti a Roma, alla Cappella Sistina, dove tra pochi giorni si riuniranno in conclave i cardinali della nostra Santa Chiesa cattolica. Sono lì per scegliere un nuovo Papa, il capo visibile della nostra Chiesa sulla terra, il successore di Pietro. È un momento di preghiera, di speranza e di riflessione sul cammino della Chiesa.

Le letture di oggi ci offrono un ricco arazzo di temi che risuonano profondamente con questo momento. Negli Atti degli Apostoli, ascoltiamo le parole potenti e impegnative di Santo Stefano. Egli parla con audacia, pieno di Spirito Santo, affrontando coloro che sono “rigidi di collo”, “incirconcisi di cuore e di orecchie”, coloro che “si oppongono sempre allo Spirito Santo”. Le parole di Stefano ricordano che anche all'interno del popolo eletto ci può essere una resistenza alla volontà di Dio, un rifiuto di ascoltare i suggerimenti dello Spirito. Egli indica una storia di persecuzione dei profeti, coloro che avevano predetto la venuta del Giusto, per poi diventare tragicamente i traditori e gli assassini di quello stesso Messia.
Il messaggio di Stefano non è una condanna fine a se stessa, ma una chiamata alla conversione, una sfida ad aprire i loro cuori e le loro orecchie a Dio. Le sue parole sono accolte con furore, con stridore di denti e, infine, con violenza. Eppure, nel bel mezzo di questa persecuzione, Stefano, pieno di Spirito Santo, alza gli occhi al cielo e vede la gloria di Dio e Gesù in piedi alla sua destra. Le sue ultime parole, “Signore Gesù, accogli il mio spirito” e “Signore, non rinfacciare loro questo peccato”, sono una testimonianza della sua fede e del suo perdono cristico.
Questo fa eco alle parole del Salmista: “Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito”. È una preghiera di completa fiducia, di abbandono alla volontà di Dio anche di fronte alla sofferenza e alla morte. È una preghiera che dovrebbe risuonare profondamente in noi mentre preghiamo per i cardinali in conclave. Essi stanno discernendo la volontà di Dio per la Chiesa, una decisione che richiederà un'immensa fede e fiducia nello Spirito Santo.
Nel Vangelo di Giovanni, sentiamo Gesù dichiarare: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà mai fame e chi crede in me non avrà mai sete”. La folla chiede un segno, ricordando la manna nel deserto. Cercano un segno fisico e tangibile, ma Gesù indica loro una realtà più profonda. Egli è il vero pane del cielo, la fonte della vita eterna. Questo pane non è qualcosa che guadagniamo o otteniamo, ma un dono del Padre, un dono che dà vita al mondo.
Questo Vangelo ci ricorda che il nucleo della nostra fede non è nei segni esteriori o nelle conquiste umane, ma in Gesù Cristo stesso. È lui che ci nutre, ci sostiene e ci dà la vita. Quando i cardinali si riuniscono, cercano colui che guiderà la Chiesa nell'indicare questo vero pane, Gesù Cristo, la fonte di ogni speranza e salvezza.
Ora, mentre aspettiamo l'esito del conclave, il nostro sguardo è spesso attratto da una struttura semplice ma significativa in cima alla Cappella Sistina: il camino. Questo camino, noto come fumaiolo, è più di un semplice tubo per il fumo. È un simbolo del processo che si svolge al suo interno. Il fumo che ne esce racconta una storia al mondo.
Quando le schede vengono bruciate dopo una votazione, se non si raggiunge la maggioranza dei due terzi, si aggiunge al fuoco una sostanza chimica che produce fumo nero. Questo fumo nero significa che non è stato ancora eletto alcun Papa. È un segnale di continua deliberazione, di preghiera e discernimento. Ricorda che il processo non è ancora concluso e che lo Spirito Santo è ancora all'opera per guidare i cardinali.
Quando un Papa è stato eletto con la maggioranza richiesta, le schede vengono bruciate e viene aggiunta una sostanza chimica diversa per produrre fumo bianco. Questa fumata bianca è un segno di gioia e di annuncio. Significa che è stato scelto un nuovo Papa, che la Chiesa ha un nuovo pastore visibile. È un segnale al mondo che il conclave è finito e che il lavoro di guida della Chiesa verso il futuro sta per iniziare.
Il fumaiolo, quindi, è un legame tangibile tra il lavoro sacro che si svolge all'interno della Cappella Sistina e il mondo esterno in attesa. È un simbolo di speranza e di attesa, un segno visibile del cammino di fede e di discernimento della Chiesa. Come la colomba che riporta a Noè un ramoscello d'ulivo, attraverso il quale Dio gli fa sapere che non abbandonerà mai i suoi figli e le sue figlie, così anche il fumo bianco deve parlarci dell'infallibile provvidenza di Dio.
Mentre aspettiamo la comparsa della fumata, continuiamo a pregare per i cardinali. Preghiamo perché siano aperti alla guida dello Spirito Santo, perché scelgano un pastore che guidi la Chiesa con saggezza, santità e coraggio, un pastore che ci indichi sempre più chiaramente Gesù Cristo, il vero pane della vita.
Preghiamo affinché il nuovo Papa sia come Stefano, pieno di Spirito Santo, che dice la verità con amore, anche di fronte all'opposizione. Preghiamo che ci guidi ad affidare i nostri spiriti nelle mani di Dio, confidando nella sua misericordia e nella sua guida. E preghiamo che ci aiuti ad avere fame e sete di Gesù, il pane della vita, che solo può soddisfare i desideri più profondi dei nostri cuori.
Che il fumo sia bianco o nero, ricordiamoci che Dio ha il controllo. Confidiamo nel Suo piano per la Sua Chiesa. E continuiamo a pregare per l'unità e la santità della Chiesa, sotto la guida del nostro nuovo Santo Padre.
Amen.
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