Mercoledì - 2a settimana del Tempo Ordinario C - Giornata di preghiera per la protezione giuridica dei bambini non nati

Published on 21 January 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, la nostra Messa di oggi è dedicata alla preghiera per la protezione legale dei bambini non nati. Le letture della Scrittura ci ricordano la profonda dignità conferita a ogni vita umana e ci invitano a riflettere profondamente sulla nostra responsabilità di proteggere questo dono.

Nel Libro degli Ebrei ci viene presentato Melchisedec, il re-sacerdote che personifica la pace e la giustizia. Egli benedice Abramo e funge da prefigurazione di Cristo, il nostro sacerdote eterno. È giusto ricordare questa figura oggi, perché come Gesù, le vere origini del re Melchisedec erano misteriosamente sconosciute. In altre parole, poteva essere considerato orfano di madre, dato che non gli era stata assegnata una madre per nome, che noi conosciamo.  I bambini che vengono soppressi nel grembo materno, in un certo senso, sono privati non solo della vita, ma anche di una madre che, da sola, può fornire l'amore di cui abbiamo bisogno per crescere in individui sani all'interno della società. Naturalmente questo vale anche per i padri, e tutti gli uomini che sono complici dell'aborto perdono indirettamente la loro dignità di padri, privando un essere umano della sollecitudine e dell'amore paterno. Melchisedec, l'“orfano di madre e di padre” in un modo triste, rappresenta una sorta di santo patrono per gli abortiti.

Il principale genitore e proprietario dei nostri corpi è Dio. Siamo nati attraverso portali umani, ma siamo comunque suoi, perché lui è l'origine di tutte le cose. Il Salmo 139 afferma magnificamente questa verità: “Tu hai formato il mio intimo, mi hai fatto nascere nel grembo di mia madre. Io ti lodo, perché sono fatto in modo meraviglioso”. Eppure, nonostante la sacralità della vita, viviamo in un mondo che spesso non riconosce questa verità divina. Una vita abortita è una vita strappata dalle mani di Dio, rubata per così dire dal piano divino di cui doveva far parte.

Ogni anno, a livello globale, si verificano dai quaranta ai cinquanta milioni di aborti, circa 125.000 al giorno. Negli Stati Uniti, prima della sentenza Dobbs v. Jackson, gli aborti toglievano la vita a più di un milione di bambini all'anno, uno sconcertante ventidue per cento di tutte le gravidanze. Questi numeri ci ricordano l'urgenza che abbiamo di fronte, e questo solo considerando gli Stati Uniti. Il peccato che grida al cielo è una catastrofe globale.

Molte voci difendono il diritto all'aborto, spesso enfatizzando l'autonomia della donna sul proprio corpo. Tuttavia, dobbiamo affermare, come insegna la nostra fede, che il bambino nel grembo materno non è semplicemente una parte della madre, ma è una vita distinta, che merita dignità e protezione. Dobbiamo chiederci se le nostre madri non avessero scelto la vita, chi sarebbe venuto in nostro aiuto? Se il governo è destinato a proteggere noi, perché non i più vulnerabili ancora nel grembo materno? Come ha affermato San Giovanni Paolo II nell'Evangelium Vitae, “questi attacchi colpiscono la vita umana nel momento della sua massima fragilità, quando non ha alcun mezzo di autodifesa”.

Riflettendo sul Vangelo di Marco, vediamo Gesù confrontarsi con una sfida simile. Nella sinagoga, l'uomo con la mano avvizzita è simbolo di vulnerabilità. Gesù pone una domanda che riecheggia nei secoli: “È lecito fare del bene in giorno di sabato piuttosto che fare del male, salvare la vita piuttosto che distruggerla?”. La guarigione di quell'uomo non solo gli restituisce la salute fisica, ma serve anche a ricordare il profondo amore di Dio per ogni persona. Gesù, con una domanda toccante, parla dell'imperativo morale di salvare la vita, piuttosto che distruggerla.

Questo non vuol dire che sia una cosa semplice e che non ci siano complessità. Fratelli e sorelle, siamo chiamati a intercedere per ogni madre che affronta una gravidanza non pianificata. Preghiamo affinché possano scegliere la vita e che ogni quadro giuridico in tutto il mondo rifletta la santità di quella vita. Non sottovalutiamo il potere delle nostre preghiere collettive e dei nostri atti di penitenza. Mandano un chiaro messaggio alla società sul valore di ogni vita.

Come possiamo rispondere? Possiamo impegnarci a pregare per coloro che sostengono l'aborto e chiedere la grazia della conversione per i loro cuori. Possiamo anche offrire i nostri sacrifici e le nostre penitenze in espiazione delle passate violazioni della dignità umana che possono essere state causate dalla nostra condotta e dal nostro peccato. Il cammino che ci attende può essere difficile, ma il messaggio di oggi ci rincuora. Siamo difensori della vita, proprio come Gesù è il nostro avvocato quando pecchiamo. Egli implora a nostro favore, così noi imploriamo a favore degli altri - misericordia!

Che l'intercessione della nostra Madre ci guidi e ci ispiri mentre continuiamo questa importante missione di cattolici, confidando in Gesù, che è la nostra speranza e la nostra salvezza, e chiedendogli di darci il coraggio di non compromettere mai la nostra fede, di parlare a favore dei vulnerabili e di ricordare al mondo che abbiamo un Padre nei cieli che non si lascerà spogliare dei suoi preziosi figli, perché ogni bambino, ogni vita gli è nota per nome, e che verrà il giorno della resa dei conti per tutti noi, indipendentemente dall'appartenenza politica o dalla razza, dal genere o dal credo. Tutti gli uomini devono presentarsi davanti al tribunale di Cristo per ricevere ciò che le loro azioni hanno meritato”. Queste sono le parole di San Paolo, che non fa altro che riprendere il monito urgente e amorevole del Salvatore stesso, che ha detto che avrebbe giudicato i vivi e i morti, e che solo è il Signore della vita. A lui sia la gloria, la lode e l'onore nei secoli dei secoli. Amen.


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