Giovedì - 6ª settimana del Tempo Ordinario C

Published on 19 February 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi ci riuniamo per riflettere sulla profonda relazione tra Dio e l'umanità, come splendidamente delineata nella prima lettura della Genesi. La storia di Noè e dell'alleanza stabilita attraverso l'arcobaleno serve a ricordare la misericordia di Dio, la sua promessa di non distruggere mai più la terra con un diluvio e la bellezza della creazione che ci affida. L'arcobaleno, come segno divino di questa alleanza, parla di speranza, di unità e di una chiamata alla gestione della terra e degli altri. Tuttavia, ci troviamo in un'epoca in cui questo simbolo sacro ha visto usi alternativi, in particolare da parte di movimenti che cercano di ridefinire le relazioni e l'identità in modi che divergono dagli insegnamenti della Chiesa.

Dobbiamo riconoscere le correnti culturali che sono emerse, spesso travisando l'intento originale delle promesse di Dio. L'arcobaleno è stato riproposto in modo tale da distrarci dal suo vero significato: ricordare l'amore duraturo di Dio e la sua alleanza con tutta la sua creazione. Siamo chiamati a non vilipendere coloro che interpretano i simboli in modo diverso, ma a coinvolgerli con amore e comprensione, radicati nella verità del Vangelo.
Nella lettura del Vangelo di Marco, vediamo Gesù porre ai suoi discepoli una domanda cruciale: “Chi dite che io sia?”. È una domanda che richiede non solo una risposta verbale, ma una profonda riflessione personale sull'identità, la verità e la fede. Pietro afferma che Gesù è il Cristo, l'Unto, ma poco dopo inciampa nella comprensione di ciò che questo comporta veramente. L'illuminazione iniziale di Pietro è giustapposta alla sua successiva obiezione alla predizione della sofferenza da parte di Gesù, rivelando la tendenza umana a desiderare una fede comoda e priva del peso della croce. La risposta di Gesù a Pietro, “Vattene da me, Satana”, indica l'importanza di pensare con la mente di Dio, abbracciando non solo la gloria ma anche la chiamata a soffrire per amore e verità.
Mentre riflettiamo sull'arcobaleno, dobbiamo essere consapevoli della molteplicità di interpretazioni dell'identità e delle relazioni nel nostro mondo di oggi. Se da un lato siamo chiamati ad amare il prossimo e a rispettare tutti gli individui, dall'altro dobbiamo rimanere fermi nella nostra comprensione dell'unità e della diversità che Dio ha creato a sua 

immagine e somiglianza. Ogni persona ha una dignità intrinseca ed è degna di amore, ma dobbiamo anche discernere con chiarezza ciò che è in linea con la volontà di Dio.
Questo ci porta a riflettere sulla nostra identità di figli di Dio. La chiamata a essere “fecondi e moltiplicati” va oltre la procreazione fisica, ma non è mai contraria ad essa; è una chiamata a promuovere la crescita spirituale, l'amore e il servizio reciproco e, naturalmente, a proteggere la dignità della vita con la massima determinazione. Dobbiamo testimoniare la verità dell'alleanza di Dio nella nostra vita quotidiana, stabilendo relazioni che riecheggino l'amore di Cristo ed estendano l'invito della fede a coloro che ci circondano.
Fratelli e sorelle, preghiamo per avere la grazia di vedere l'arcobaleno come un simbolo della promessa incrollabile di Dio e una chiamata all'autenticità nella nostra vita e a un rapporto santo e santificante con Lui. Possiamo, come Pietro, trovare chiarezza nei momenti di confusione guardando a Cristo, la Luce del Mondo, per guidare il nostro cammino.
Che Dio ci benedica mentre cerchiamo di incarnare la Sua alleanza, sostenendo la dignità di ogni persona, il che significa aiutarla nella sua lotta contro il peccato, come lei può aiutare noi nella nostra lotta contro il peccato, e testimoniando con amore la verità di Cristo nel nostro mondo. Nostra Signora, Regina della Nuova Alleanza, prega per noi che ricorriamo a te.
Amen.


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