Oggi ci riuniamo per onorare e riflettere sulla vita di Santa Giacinta, una donna il cui viaggio da una vita di lusso e autoindulgenza a una profonda umiltà e dedizione a Dio ci offre ricchi spunti per le nostre chiamate come seguaci di Cristo e come frati francescani. Un paio di anni fa abbiamo avuto la fortuna di visitare la sua chiesa a Viterbo.

Santa Giacinta nacque da una famiglia nobile e inizialmente perseguì una vita piena di desideri mondani. I suoi primi anni sono stati segnati dalla frivolezza, dal desiderio di sposarsi e dalla ricerca di comodità che hanno definito le sue lotte. Ma la sua storia non finisce qui. Grazie alla grazia e alla guida sincera del suo confessore, Hyacintha sperimentò una trasformazione radicale. Si rese conto che le ricchezze del mondo non potevano soddisfare il suo desiderio più profondo di amore, significato e connessione con Dio.
Questa trasformazione ci invita a riflettere sulla nostra vita. Siamo talvolta prigionieri delle nostre comodità e distrazioni, come lo era Giacinta? La Lettera agli Ebrei ci ricorda che, grazie al sangue di Gesù, siamo invitati ad avvicinarci a Dio con fiducia e sincerità. Siamo chiamati a ricordare che siamo stati purificati, che i nostri cuori devono essere aperti e fiduciosi e che dobbiamo incoraggiarci a vicenda nelle opere buone e nell'amore.
Il Salmo di oggi fa eco a questo sentimento con la domanda: “Chi può salire sul monte del Signore? O chi può stare nel suo luogo santo?”. La risposta è un cuore che desidera Dio, libero dal peccato e dai desideri vani. Santa Giacinta ha cercato il volto di Dio e, a sua volta, è diventata un vaso attraverso il quale l'amore di Dio si è riversato nella vita degli altri.
Nel Vangelo, Gesù chiede se una lampada viene portata per essere posta sotto un cesto di paglia o sotto un letto. Fratelli, siamo chiamati a essere come lampade, che risplendono in un mondo che spesso preferisce le tenebre. Santa Giacinta, trasformata dalla grazia, ha permesso alla sua luce di risplendere attraverso le sue opere di carità, in particolare durante un periodo di crisi a Viterbo, quando si è presa cura dei malati. La sua vita incarna la chiamata stessa della spiritualità francescana: servire gli emarginati, cercare coloro che sono in difficoltà ed essere un'espressione tangibile dell'amore di Dio.
La storia di Santa Giacinta risuona di speranza. Non importa dove ci troviamo nel nostro cammino, la trasformazione è possibile. La chiave è l'apertura alla grazia di Dio e la volontà di abbracciare la chiamata a servire come fece Giacinta, con semplicità, umiltà e immenso amore.
Possiamo ispirarci al suo esempio per cercare con passione il volto di Dio e far risplendere la nostra luce nelle nostre fraternità e nel mondo, ricordando sempre che siamo chiamati a sollevarci a vicenda e a riflettere la luce di Cristo in tutto ciò che facciamo.
Amen.
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