Nelle letture di oggi siamo invitati a continuare a guardare a Gesù come fonte della nostra speranza, forza e guarigione. Dalla Lettera agli Ebrei apprendiamo che “siamo diventati soci di Cristo” nel cercare di vivere con un cuore puro e fedele. Per ricordare come attraverso Cristo possiamo essere purificati, il Vangelo racconta poi la storia del lebbroso che ripone tutta la sua speranza in Gesù e cerca la sua guarigione.

Gesù, naturalmente, guarisce l'uomo dalla lebbra, ma poi gli ordina di non dire nulla. Questo perché i suoi contemporanei, gli israeliti, non erano pronti ad accogliere la verità di chi fosse Gesù. Gesù sapeva che, una volta iniziata la proclamazione della verità della sua identità e della sua missione, non sarebbe passato molto tempo prima che una catena di eventi portasse al suo sacrificio finale per i nostri peccati sulla croce, ma aveva bisogno di tempo. Aveva bisogno di tempo per rivelare il Padre, il suo piano e il modo in cui relazionarsi con lui, e di tempo per scegliere gli apostoli e viaggiare con loro. Aveva poi bisogno di fondare una Chiesa che insegnasse nel suo nome e di istituire e mettere in atto i sacramenti. Molte cose dovevano essere fatte ed egli sapeva che l'indignazione del popolo per la sua mancanza di percezione e di apertura al suo messaggio avrebbe accorciato il suo tempo. In teologia, la “segretezza di Marco” è un riferimento a tutte le volte che Gesù, in questo Vangelo, ammonisce le persone che guarisce di essere consapevoli che non era il momento giusto per diffondere la notizia.
Vorrei commentare un po' questo aspetto. Il lebbroso del Vangelo di oggi era così estaticamente felice della sua nuova guarigione, che portava con sé una libertà di movimento che aveva perso e anche un reinserimento nella comunità, che sentiva di dover parlare a tutti di Gesù. È quello che ci si aspetterebbe, dopotutto, eppure il Signore gli aveva dato precise istruzioni di tenerlo per sé. Si potrebbe pensare che, se non c'era nient'altro che potesse compensare la gentilezza e la generosa benevolenza di Gesù, il minimo che il lebbroso potesse fare era semplicemente obbedirgli, no? “Gesù, grazie per la guarigione. Mi chiedi di non parlarne, e così farò. Grazie, Signore”. Ma questo non accade. Il nostro fratello deve aver pensato: “Che male c'è?”. Il male era che ora la gente avrebbe cominciato a inseguire il Signore come un paparazzo e avrebbe cominciato a fare domande a raffica su come avesse fatto ciò che aveva fatto per il lebbroso. Inevitabilmente vorranno sapere chi è Gesù. Tuttavia, invece di accogliere la sua verità quando veniva invocata, la rifiutarono e cominciarono a cospirare su come sbarazzarsi di lui e metterlo a morte.
Fratelli e sorelle, è importante seguire alla lettera le istruzioni del Signore. Non c'è spazio per l'obbedienza e la prudenza al cinquanta per cento del tempo. O siamo tutti dentro o siamo ancora aggrappati al nostro orgoglio e a quello del mondo che pensa di sapere in qualche modo meglio di Dio. Quando il Signore ci chiede di fare qualcosa, la facciamo.
Anche la nostra Madre meditava nel suo cuore tutte le cose sorprendenti. Avrebbe potuto dire tante cose, ma sapeva che il tempo era molto importante. Così è anche per noi e per tutte le meraviglie che Gesù opera nella nostra vita: un giorno anche noi saremo in grado di raccontare la nostra storia e forse, nel frattempo, di condividere qualche chicca lungo il cammino. Che possiate essere benedetti in questo giorno grazie alla sua intercessione, mentre ci indica sempre la fonte di ogni bontà e gioia, suo Figlio, il nostro Signore e Dio, Gesù Cristo, con il quale siamo stati resi soci ed eredi. Nostra Signora, Regina dei Pellegrini, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.
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