Sabato - 7ª settimana del Tempo Ordinario C

Published on 28 February 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi, riuniti nella Santa Messa, ascoltiamo un messaggio profondo e interconnesso nelle nostre letture che ci invita a riflettere sul nostro rapporto con Dio, sulla comprensione della nostra umanità e su come vivere la nostra fede cattolica con maggiore autenticità e radicalità.

La prima lettura del Siracide ci parla della nostra creazione: Dio, nella sua infinita saggezza, ci ha fatti a sua immagine e somiglianza e ci ha dotati di doni e comprensione unici. Ci viene ricordata la nostra dignità e la benedizione unica di essere umani. Il Siracide sottolinea che Dio ci ha dato una coscienza, una capacità di comprendere il bene e il male, e ci esorta a riconoscere i suoi comandamenti. Non si tratta di un peso, ma di una graziosa eredità. È attraverso la conoscenza della giustizia di Dio e delle leggi della vita che impariamo a navigare nella nostra esistenza con virtù.

Nella nostra vita frenetica, spesso dimentichiamo che siamo stati creati e ci è stato dato uno scopo da Dio. Ognuno di noi è dotato di “un cuore inventivo” e della capacità di discernere il bene dal male. Questo ci invita a essere amministratori proattivi della nostra fede, capaci di fare scelte consapevoli che riflettono l'amore e la giustizia di Dio. Riconoscere la limitatezza dei nostri giorni sulla terra, come ci ricorda il Salmista, ci spinge a vivere con intenzione, abbracciando la bontà di Dio che è eterna per coloro che lo temono. La natura fugace della vita è un invito a dare valore al nostro tempo e a investirlo in ciò che conta davvero: l'amore, la compassione e la fedeltà nel modo in cui Cristo ci ha chiesto queste virtù, e non nel modo in cui il mondo si aspetta o politicizza.

E cosa c'è di più importante nella nostra vita di cattolici che riflettere l'immagine del nostro Creatore? Le nostre letture ci ricordano che Dio veglia su di noi e desidera una relazione con noi, da Padre amorevole qual è. Siamo continuamente invitati ad avvicinarci alla nostra fede con la semplicità e la fiducia di un bambino, perché in questo modo ci ricordiamo che siamo solo creature e impariamo a camminare umilmente davanti a Lui. Nel Vangelo di Marco, vediamo Gesù che abbraccia i bambini, affermando non solo il suo amore per loro, ma anche il loro posto nel Regno di Dio. Il suo monito ai suoi discepoli, “Lasciate che i bambini vengano a me”, ci insegna che un vero discepolo deve possedere un'umiltà infantile e un'apertura al divino. In questo giorno che dedichiamo alla nostra Madre, ci rendiamo conto di quanto sia toccante il fatto che nostro Signore, dalla Croce, l'abbia designata per accompagnarci durante la nostra vita nel modo più speciale e unico. Noi siamo figli e lei è la nostra Madre... la nostra Madre celeste, immacolata e santissima.

Per concludere, ricordiamo la nostra enorme responsabilità nei confronti dei figli che Dio ci ha affidato. Li chiamiamo teneramente figli, ma dobbiamo sempre ricordare che il principale proprietario e padrone di tutte le cose è Dio. Anche il nostro stesso corpo è suo. Ed è per questo motivo che, così come non danneggereste un'auto che vi è stata prestata, quanto più un corpo, un figlio, un'altra persona che appartiene al Creatore di tutte le cose? Da qui la cura che dobbiamo avere non solo dei bambini, ma di ogni altra persona che il Signore mette sul nostro cammino, perché anche noi siamo figli e figlie di Dio.

Maria Santissima, Madre di tutti i figli di Dio, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.


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