Venerdì - 7a settimana del Tempo Ordinario C

Published on 27 February 2025 at 13:00

Il Signore oggi, attraverso le letture della Santa Messa, ci chiederà di considerare la natura della compagnia, della fiducia, della fedeltà e della lealtà, principi che sono alla base delle nostre relazioni non solo tra di noi, ma anche con Dio stesso.

Il Libro del Siracide inizia ricordando l'importanza di scegliere con saggezza i nostri amici. Come dice: “I tuoi conoscenti siano molti, ma uno su mille sia il tuo confidente”. Questo è un promemoria toccante: anche se la nostra cerchia di amici può essere numerosa, la vera compagnia è una gemma rara, che si forgia attraverso la fiducia e il rispetto reciproco. Nel nostro cammino incontreremo molti che si dichiarano amici, ma non tutti saranno al nostro fianco nei momenti di difficoltà. Un segno distintivo della vera amicizia è la lealtà, un impegno che resiste alle prove della vita.
Quando pensiamo alle nostre relazioni, che siano amicizie, legami familiari, confraternite religiose o un corteggiamento che porta al matrimonio, ci viene ricordato che il fondamento della fedeltà e dell'onestà è fondamentale. Il Siracide sottolinea il tesoro di un amico fedele, affermando che “un amico fedele è un riparo robusto; chi lo trova trova un tesoro”. Un buon amico è un'incarnazione della bontà che Dio estende continuamente verso di noi, sia attraverso la misericordia, sia attraverso il sostegno morale, sia attraverso la provvidenza stessa delle necessità materiali. Va da sé che le qualità di un buon amico sono idealmente quelle che si vorrebbero in un coniuge per tutta la vita all'interno del sacramento del matrimonio.
Nel Vangelo di Marco, Gesù affronta la questione del divorzio, parlando della sacralità del legame matrimoniale che dura per sempre. Ci ricorda che “ciò che Dio ha unito, nessun essere umano deve separarlo”. Se da un lato questo insegnamento enfatizza la compagnia per tutta la vita, chiamandoci ad abbracciare la fedeltà nelle nostre vocazioni - in particolare nella vocazione del matrimonio, che è un'unione sacramentale profonda destinata sia alla gioia che alle prove - dall'altro è un'opportunità per riflettere sulla nostra fedeltà alle vocazioni in generale, perché molti sacerdoti hanno lasciato gli Ordini Sacri, pensando di aver scontato abbastanza tempo e ora di andare verso cose nuove e più grandi. Anche noi, come religiosi, possiamo abbandonare una vocazione sacra che era destinata alla vita. Naturalmente, per noi che siamo cattolici, conosciamo l'assioma: una volta prete, sempre prete.
Gesù ci chiama a uno standard d'amore più elevato. Egli vede come molti di noi gettano la spugna prematuramente su relazioni che dovevano essere durature e significative, ma il cui carattere e la cui maturità sono provati dal fuoco. La forma più grande e più alta di amore è, in una parola, il sacrificio. Gesù lo ha detto chiaramente: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.
Nella nostra ricerca di una compagnia sincera, ricordiamoci che il tesoro della vera amicizia e l'importanza di essere un partner fidato verranno a costo di rinunciare al proprio ego e alla propria volontà, per diventare collaboratori nella costruzione di qualcosa di bello e duraturo.
Che possiamo essere guidati dalla Parola di Dio e rafforzati da Cristo, che solo può darci lo spirito e il cuore di cui abbiamo bisogno per abbracciare l'amore nelle sue forme più alte. Nostra Signora, Regina del Santo Amore, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.


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