Venerdì - 6ª Settimana del Tempo Ordinario C

Published on 20 February 2025 at 13:00

Oggi ascoltiamo due letture profonde della Scrittura che risuonano profondamente con la nostra vita di frati francescani e di membri del corpo di Cristo in un mondo che ha bisogno di unità e di realizzare il regno di Dio. In Genesi 11,1-9 incontriamo la storia della Torre di Babele e nel Vangelo di Marco 8,34-9,1 Gesù parla ai suoi discepoli del costo del discepolato e della venuta del Regno di Dio.

Riflettiamo innanzitutto sulla Torre di Babele. In questo passo, assistiamo all'ambizione dell'umanità di costruire una torre che raggiunga i cieli, un'ambizione guidata dall'orgoglio e dal desiderio di farsi un nome. Parlavano una sola lingua, uniti nello scopo ma anche accecati dalle loro intenzioni egoistiche. Dio, riconoscendo che con questa unità - sebbene imperfetta - nulla sarebbe stato impossibile per loro, confuse le loro lingue e li disperse sulla terra. Il risultato? Divisione e una barriera all'unità originaria che cercavano. Dio vuole che ci uniamo? Certo che lo vuole, ma non quando è per scopi malvagi. Per esempio, Giuseppe nell'Antico Testamento aveva dei fratelli e quando si unirono tutti contro di lui, Dio ne fu addolorato. Quindi unità sì, ma come ha detto Cristo, dobbiamo unirci per mostrare amore al mondo, non per il male. Umiltà, non orgoglio, perché Dio abbatte gli esaltati e innalza gli umili.
Per noi, questa narrazione contiene un invito urgente a riflettere sui nostri tempi. Viviamo in un'epoca segnata dalla divisione, culturale, politica e personale. Le stesse barriere che Dio pose a Babele possono essere viste nelle nostre società fratturate di oggi. Molte persone si uniscono, ma per intenzioni malvagie e cause impure. Cospirano nelle tenebre della corruzione. Come frati francescani, siamo chiamati a confrontarci con queste divisioni dimostrando che possiamo trascendere noi stessi e cercare di aiutare gli altri - il totale opposto della ricerca ambiziosa del proprio tornaconto. San Francesco d'Assisi aveva capito che la vera unità non deriva dalla ricerca del potere o del riconoscimento, ma da una vera preoccupazione per l'altra persona che Dio mette sul nostro cammino.
Ora, passiamo alle parole di Gesù nel Vangelo di Marco. Egli dice ai suoi discepoli che alcuni di loro non assaggeranno la morte finché non vedranno il Regno di Dio venire in potenza. Questa affermazione può lasciare perplessi, eppure parla profondamente della nostra comprensione della presenza di Dio. Gesù aveva appena parlato di prendere la propria 

croce: una chiamata a rinnegare se stessi, ad abbracciare la sofferenza e a seguirlo. È attraverso questo atto di abnegazione che sperimentiamo l'irruzione del regno in mezzo a noi: un regno caratterizzato dall'amore, dalla pace e dalla giustizia e da una virtù eroica che fino ad allora era inaudita o considerata eterodossa. Per questo Gesù dice: “Chiunque d'ora in poi guarderà una donna con concupiscenza, desiderandola nel suo cuore, commetterà adulterio”. Se prendiamo questo esempio, ogni volta che ci difendiamo dall'impurità grazie alla forza di Cristo che abita in noi, siamo testimoni del Regno di Dio che irrompe nel mondo. Pertanto, non si tratta tanto di ciò che accade là fuori, quanto di ciò che accade qui dentro, nel mio cuore. Ancora una volta, Gesù parla di come il peccato esca dal cuore dell'uomo e di come sia necessario custodirlo.

Quando Gesù parla del Regno di Dio, ricorda ai suoi seguaci che non è solo una speranza futura o una realtà lontana. La presenza del Regno avviene attraverso il potere trasformativo dell'amore, della compassione e del sacrificio - l'essenza stessa di ciò che significa essere un seguace di Cristo. Per noi francescani, questo può essere un invito a vivere la nostra missione con la consapevolezza che ogni piccolo atto di gentilezza, ogni momento di umiltà, ogni volta che perdoniamo o serviamo gli emarginati, stiamo attivamente realizzando questo Regno nello spazio e nel tempo. E naturalmente nessuno è stato più eroico di Cristo nel suo amore e nel suo sacrificio di sé. E alcuni di coloro che lo ascoltarono quel giorno, lo avrebbero visto andare sulla croce, e quindi il Regno di Dio, in piena esposizione in tutta la sua gloria. Ringraziamo il Signore per averci permesso di essere suoi seguaci e quindi cittadini del Regno dei Cieli. Uniamoci sempre per amarlo, servirlo e compiacerlo in tutto ciò che facciamo. Maria Santissima, Regina del Regno dei Cieli, prega per noi che ricorriamo a te.


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