Cari fratelli e sorelle in Cristo, mentre riflettiamo e preghiamo in questo solenne Sabato Santo, ci troviamo alle soglie della più grande celebrazione del calendario cristiano: la Risurrezione di nostro Signore. Questo giorno, tuttavia, è segnato dal silenzio e dalla riflessione, e ci invita a contemplare il profondo mistero della discesa di Cristo agli inferi. È un tempo di attesa e di preparazione, uno spazio liminare tra il cupo raccoglimento del Venerdì Santo e la gioia esaltante della Domenica di Pasqua.

Gli eventi che commemoriamo oggi sono ricchi di significato. Il Vangelo di Matteo ci ricorda la profondità dell'amore e del sacrificio di Cristo, raccontando che, dopo la sua crocifissione, “la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo; la terra tremò e le rocce si spaccarono” (Matteo 27:51). Questo momento forte non solo significa la gravità della morte di Gesù, ma indica anche direttamente la sua discesa nella morte. In questa discesa, Gesù va ad annunciare la buona novella alle anime dell'oltretomba, portando la promessa di salvezza a coloro che l'attendevano da tempo.
Immergendoci nelle pesanti emozioni del Venerdì Santo - il dolore, la tristezza e l'apparente separazione - troviamo chiarezza in mezzo all'oscurità. La croce rappresenta l'ultimo atto dell'amore divino, che illumina le profondità dell'esperienza umana e della disperazione. Tuttavia, oggi ci aggrappiamo alla promessa di resurrezione che è dietro l'angolo.
Nel riflettere su questo tempo di attesa, guardiamo alla nostra Madre, Maria, come modello per noi in questo Sabato Santo. Maria, la Madre di Dio, incarna la fedeltà, la speranza e l'amore incrollabile in mezzo a un profondo dolore. Mentre si trovava ai piedi della croce, assistendo all'agonia di suo Figlio, ha sperimentato la sua stessa oscurità. Tuttavia, anche nel profondo della disperazione, Maria si è aggrappata alla promessa della fedeltà di Dio. Attraverso la sua veglia silenziosa, è diventata una testimonianza della forza che nasce dalla fiducia nel piano di Dio, anche quando il cammino sembra avvolto dalle ombre.
Nella nostra vita, spesso incontriamo momenti in cui sperimentiamo dolore e incertezza, proprio come Maria. In questo Sabato Santo, in particolare, siamo invitati a riflettere su come la fede incrollabile di Maria possa ispirarci. Proprio come lei si è aggrappata alla promessa della risurrezione di suo Figlio, noi siamo chiamati ad aggrapparci alla speranza della presenza di Dio nei nostri momenti più bui. La fiducia di Maria ci ricorda che l'attesa può anche essere un impegno attivo della fede, un momento in cui permettiamo a Dio di preparare i nostri cuori alla gioia del suo amore.
Il Sabato Santo è una pausa necessaria, un momento di contemplazione che ci incoraggia a confrontarci con le nostre lotte, i nostri dubbi e le zone d'ombra che possono appesantirci. Possiamo guardare a Maria nella sua meditazione silenziosa, che ci ricorda di aspettare il Signore con speranza, sapendo che l'alba romperà la notte. Maria ci insegna che nei momenti di attesa c'è sempre la possibilità della grazia: la grazia di trasformare la nostra disperazione in speranza, le nostre paure in fede.
Mentre ci prepariamo ad accogliere la Veglia Pasquale di questa sera, apriamo i nostri cuori, permettendo alla luce di Cristo di irrompere nelle nostre tenebre. Ci aggrappiamo alle parole di San Giovanni Crisostomo: “Se infatti siamo morti con lui, vivremo anche con lui; se sopportiamo, regneremo anche con lui” (2 Timoteo 2, 11-12). Esiste una continuità divina tra la crocifissione e la risurrezione, una promessa che ci ricorda l'amore eterno e la fedeltà di Dio.
Attendiamo la risurrezione con gioia, sapendo che in Cristo è arrivata la nostra luce e la nostra gioia sarà completa. Mentre ci solleviamo dalle ombre del Sabato Santo verso la luce brillante della Domenica di Pasqua, portiamo avanti lo spirito di Maria, pieni di speranza e dell'incrollabile convinzione che il nostro Salvatore vive.
Amen.
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