Il Venerdì Santo è un giorno solenne e profondo del calendario cristiano, segnato dalla crocifissione di Gesù Cristo, nostro Signore, apice della nostra fede e manifestazione ultima dell'amore di Dio per l'umanità. Oggi riflettiamo profondamente sulle Sacre Scritture, raccontando la Passione di nostro Signore e il significato della sua sofferenza e morte. Possiamo meditare sulle letture e sulle diverse componenti della nostra celebrazione del Venerdì Santo.

La prima lettura, tratta da Isaia, presenta profeticamente la figura del Servo sofferente. Questo passo, spesso riconosciuto come una delle descrizioni più potenti e toccanti della sofferenza del Messia, ci mette di fronte alla realtà della passione di Cristo. Sentiamo come questo servo, che incarna l'umiltà e l'obbedienza silenziosa, porta i pesi dei nostri peccati e delle nostre infermità.
Il Servo è una figura che stupisce e a volte respinge la gente, “come uno a cui la gente nasconde la faccia”. È un'immagine profonda che parla della natura di Gesù che, pur essendo divino, ha scelto di entrare nel nostro dolore, di essere incompreso e di affrontare il rifiuto. Meditando su queste parole, riconosciamo che attraverso la sua lotta e la sua agonia, la nostra sofferenza non è vana. Ogni difficoltà e dolore che sopportiamo trova la sua eco nel sacrificio di Cristo.
Nel Salmo 31 incontriamo un'accorata dichiarazione di fiducia in mezzo alla sofferenza. Quando proclamiamo: “Nelle tue mani affido il mio spirito”, ci allineiamo alle ultime parole di Gesù sulla croce. Queste parole esprimono l'abbandono e la fede definitiva, catturando la fiducia che il salmista aveva in Dio, soprattutto in mezzo alle sue prove. Questo ci ricorda di riporre la nostra fiducia completamente in Lui.
La seconda lettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei, ci aiuta a collegare la promessa dell'Antico Testamento con il suo compimento in Cristo. Gesù, il nostro Sommo Sacerdote, comprende le nostre debolezze e le nostre prove perché le ha sperimentate in qualche forma, anche se nella sua divinità comprende tutte le cose, naturalmente. La sua sofferenza, nella sua natura umana, è stata un esempio di vera obbedienza e, in definitiva, la fonte della nostra salvezza.
Quando ci avviciniamo al trono della grazia, ci viene ricordato che Cristo non solo intercede per noi, ma ha attraversato le sfide della vita con noi. Questo ci dà fiducia nell'avvicinarci a Lui in preghiera, sapendo che Egli comprende completamente noi e le nostre situazioni. Oggi siamo invitati ad avvicinarci a Lui, a trovare misericordia e grazia nelle nostre lotte.
Una parte importante del Venerdì Santo è il racconto della Passione. Questa lettura del Vangelo racconta gli eventi strazianti della Passione: il tradimento, il rinnegamento, le prove e, infine, la crocifissione di Gesù. Ogni personaggio - da Giuda a Pietro, a Pilato - svolge un ruolo in questo tragico svolgimento, riflettendo la profondità del peccato umano.
Mentre assistiamo alla crocifissione, vediamo l'atto d'amore definitivo: Cristo si sottomette volontariamente alla croce. “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”, prega. Questa frase permea lo scorrere del tempo, chiamandoci a riflettere sulla nostra vita, sulle nostre colpe e sul nostro bisogno di perdono.
Le componenti rituali della nostra celebrazione del Venerdì Santo - dalla venerazione della croce alla lettura della Passione - servono a immergerci in questa narrazione. Ogni elemento ci invita a confrontarci con le nostre mancanze e a ricevere l'enormità della grazia di Dio. Qui la croce non è solo un simbolo di tortura, ma diventa l'emblema della vittoria e della riconciliazione.
La venerazione della croce, in cui ci avviciniamo e ci inchiniamo davanti ad essa, è un atto di umiltà e di riconoscimento del sacrificio di Gesù. In questo modo, interiorizziamo la profonda verità che attraverso le sue ferite siamo guariti.
Si può essere tentati di vedere il Venerdì Santo solo attraverso la lente del dolore. Tuttavia, questo giorno ci indica anche la speranza della Risurrezione. Mentre oggi ci sediamo nel silenzio del dolore e del rimorso, ricordiamoci che questo dolore non è la fine, ma un preludio alla gioia che ci attende a Pasqua. Gesù, pur essendo deposto, assicura che da questa morte emergerà una nuova vita.
Mentre sentiamo il peso della croce in questo Venerdì Santo, possiamo anche trovarci legati nell'amore, uniti a Cristo nelle sue sofferenze. Che il suo sangue e la sua acqua - simbolo dei sacramenti che ci nutrono - ci ricordino il nostro rapporto rivitalizzante con Lui.
Preghiamo per i cuori che sono stimolati dall'amore di Dio mostrato nella sofferenza di Cristo. Che possiamo portare il messaggio di questo giorno nella nostra vita, condividendo la speranza e la misericordia che abbiamo ricevuto con gli altri, ora e nei giorni a venire. Amen.
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