Cari fratelli e sorelle in Cristo, in questa solenne festa - la solennità dell'Ascensione del Signore - riflettiamo su un momento che segna allo stesso tempo una fine e un inizio: la gloriosa ascensione di Gesù al cielo. San Luca, il nostro scrittore di vangeli, ci invita a entrare in questo profondo evento con il suo stile caratteristico: chiaro, deciso e pieno di speranza. Le sue parole non riguardano semplicemente la partenza di Cristo, ma la missione che ci ha affidato - la sua Chiesa.

La scrittura di Luca, soprattutto negli Atti degli Apostoli, è deliberata. Inizia indicando le azioni e gli insegnamenti di Gesù - “tutto ciò che Gesù fece e insegnò” - per aiutarci a contestualizzare la pienezza della sua missione. L'ascensione, quindi, non è una conclusione brusca, ma il compimento di ciò che Gesù è venuto a fare: insegnare, soffrire, risorgere e, ora, ascendere.
Ora, Luca indirizza entrambi i suoi scritti a “Teofilo”, un nome che significa “amico di Dio” e che il lettore, attraverso l'introspezione, può esaminare se egli stesso possa o meno essere considerato tale. Gli studiosi, tuttavia, ritengono che Teofilo fosse una persona storica, forse una figura di spicco, forse un funzionario romano o un convertito gentile di alto rango (visto che Luca lo definisce “eccellentissimo”). Era certamente una persona interessata e aperta a comprendere più a fondo la fede cristiana. C'è persino la teoria che Teofilo fosse una persona di alto rango religioso, come Teofilo ben Anano, sommo sacerdote a Gerusalemme intorno al 37-41 d.C., il che suggerirebbe che gli scritti di Luca fossero destinati a servire come un resoconto attento e ordinato per una persona influente e curiosa della nascente comunità cristiana. Che si tratti di questo o di una figura più simbolica che rappresenta tutti i credenti “amici di Dio”, il punto chiave rimane: Il Vangelo di Luca e gli Atti hanno lo scopo di istruire e rassicurare coloro che cercano la verità, sia allora che oggi.
Notiamo come Luca descrive gli ultimi momenti di Gesù: Egli appare ai discepoli dopo la sua risurrezione, parlando del regno di Dio e istruendoli ad attendere lo Spirito Santo. La domanda che i discepoli pongono - “Signore, in questo momento ristabilirai il regno in Israele?” - riflette la loro comprensione ancora limitata del piano divino. Ma Gesù reindirizza dolcemente il loro sguardo dalle aspettative terrene alla promessa divina: “Riceverete forza quando lo Spirito Santo verrà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme e fino agli estremi confini della terra”. Ora, molti di coloro a cui rivolse queste parole finirono per essere martirizzati in questo mondo, ma poi, naturalmente, avendo aperto gli occhi in paradiso, cominciarono a comprendere meglio il pieno impatto e le ramificazioni della morte e della vittoria di Cristo sulla morte - e la potenza dello Spirito Santo che veniva impartita. Detto questo, fratelli e sorelle, dobbiamo sempre ricordare che tutto comincia nel nostro cuore. “Il Regno di Dio è dentro di voi”. Dio desidera regnare dentro di noi, per farvi la sua dimora. Che grazia, privilegio e onore è essere un tempio dello Spirito Santo, attraverso il quale si innalza la gloria a Dio.
Nella seconda lettura da Efesini, Paolo prega che gli occhi dei nostri cuori siano illuminati, un invito a vedere con chiarezza spirituale la speranza, la gloria e l'immenso potere che operano in noi. Forse la sfida più grande del nostro nuovo Santo Padre, Papa Leone XIV, sarà quella di restituire chiarezza alla bella e sana dottrina che ha animato il Corpo di Cristo per secoli, cosa che, per quanto ben intenzionato, è stata compromessa nel precedente papato. Come pecore fedeli che seguono il Buon Pastore, Cristo, abbiamo bisogno di sentire la sua voce in modo chiaro e inequivocabile.
Mentre contempliamo l'Ascensione, Luca indica chiaramente il desiderio del Signore di essere suoi strumenti in tutto il mondo. Perciò, quando oggi alziamo gli occhi al cielo, ricordiamo che il nostro sguardo non deve essere rivolto solo alle nuvole, ma alla missione che Gesù ci ha affidato. Siamo testimoni del suo amore, del suo perdono e della sua speranza. Lo Spirito ci è stato dato per darci potere, per riempirci di audacia e per ispirare il nostro servizio. I miracoli che ha operato nella nostra vita e attraverso la nostra vita continueranno a motivarci.
Possiamo, come i discepoli, tornare alla nostra vita quotidiana pieni di gioia e di rinnovati propositi, lodando Dio e proclamando la buona novella. Perché nell'ascensione di Cristo troviamo la nostra speranza: la speranza che un giorno anche noi parteciperemo al suo regno glorioso.
Maria, Madre di Dio, sii una luce per i nostri cammini, affinché anche noi possiamo servirlo con piena umiltà e fiducia, proprio come hai fatto tu. Grazie, carissima Madre, e che oggi tu possa celebrare con il tuo Figlio divino lo splendore del banchetto eterno con tutti gli angeli e i santi che già ora guardano eternamente il volto di Dio. Prega per noi, affinché Lui stesso ci conceda la stessa grazia di stare con Lui per sempre. Amen.
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