Fratelli e sorelle in Cristo, le letture della Scrittura di oggi ci invitano a meravigliarci del dono straordinario e trasformativo dello Spirito Santo, un dono che era una profonda novità nella Chiesa primitiva e che rimane altrettanto vitale per noi oggi.

In Atti 19, incontriamo un momento impressionante: Paolo incontra un gruppo di discepoli che non hanno mai sentito parlare dell'esistenza dello Spirito Santo. La loro situazione non era insolita nel contesto dell'epoca. Molti conoscevano il battesimo di pentimento di Giovanni Battista, ma non avevano ancora incontrato la pienezza del dono di Dio attraverso lo Spirito Santo. Quando Paolo spiega e battezza nel nome di Gesù, lo Spirito Santo viene su di loro ed essi iniziano a parlare in lingue e a profetizzare, manifestazioni della potenza e della presenza divina che erano nuove per loro e, di fatto, rivoluzionarie.
Questo momento sottolinea una verità fondamentale: lo Spirito Santo non era solo un'aggiunta alla fede, ma era la presenza nuova e vivente di Dio che operava attivamente in e attraverso i primi credenti. La venuta dello Spirito è stata una svolta: un nuovo modo per Dio di dimorare nel suo popolo, di guidarlo, potenziarlo e trasformarlo con la sua stessa presenza, cioè con la presenza della Terza Persona della Trinità divina.
Nel salmo responsoriale di oggi cantiamo: “Cantate a Dio, o regni della terra”, riconoscendo che il regno di Dio è universale e la sua potenza infinita. Tuttavia, anche se il Salmo celebra la maestà di Dio, ci ricorda anche che l'opera dello Spirito è intimamente legata alla giustizia e alla cura di Dio per i vulnerabili: “Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora”. La presenza dello Spirito con chi ha il cuore spezzato indica la continua difesa di Dio per gli emarginati e il suo desiderio di portare nuova vita dove apparentemente pervadono solo le tenebre.
Nel Vangelo di Giovanni di oggi, Gesù prepara i suoi discepoli alla venuta dello Spirito, dicendo: “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà in tutta la verità”. Lo Spirito è l'“Avvocato”, colui che rivela la verità divina e la rende accessibile, abbattendo le barriere dell'ignoranza e della paura. La consapevolezza dei discepoli che Gesù sapeva tutto e che veniva da Dio era un passo avanti verso la comprensione che lo Spirito avrebbe approfondito la loro consapevolezza e rafforzato la loro missione.
Questa rivelazione dello Spirito Santo era una novità radicale per la Chiesa primitiva. Prima della Pentecoste, la presenza dello Spirito era più sporadica e riservata. Ma con la venuta dello Spirito a Pentecoste, l'auto-rivelazione di Dio a tutti i credenti non era più limitata ai profeti o a individui selezionati, ma era disponibile per tutti, trasformando la comunità nel Corpo vivo e santo di Cristo.
Cosa significa questo per noi oggi? Significa che lo Spirito rimane la presenza continua e dinamica di Dio nella nostra vita, anche se non siamo consapevoli di chi sia in tutto il suo splendore. Lo Spirito ha comunque rivelato la verità divina, ha ispirato la profezia e ha dato alla Chiesa primitiva il potere di vivere il Vangelo. Proprio come i nostri fratelli e sorelle di allora sperimentarono una novità radicale nella venuta dello Spirito, anche noi siamo chiamati a essere ricettivi all'opera continua dello Spirito che ci rinnova, ci guida e ci rafforza nel nostro cammino quotidiano di fede.
Come dice Gesù: “Fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. La forza dello Spirito ci assicura che, nonostante le sfide e le incertezze, non siamo soli. Lo Spirito di Dio ci dà la forza di affrontare il mondo con fiducia, per essere testimoni dell'amore e della giustizia divina.
Celebriamo il dono dello Spirito Santo - rivelazione e presenza continua di Dio - che continua a fare nuove tutte le cose.
Amen.
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