7ª settimana di Pasqua - Venerdì C

Published on 5 June 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle in Cristo, nella Santa Messa di oggi continuiamo a celebrare la gloriosa risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo - il fondamento della nostra fede, la promessa di vita eterna e la sua vittoria definitiva sul peccato e sulla morte per noi. Il brano evangelico su cui riflettiamo oggi ci offre profonde intuizioni sulla natura dell'amore, del servizio e del discepolato, soprattutto se consideriamo il ruolo di Pietro, il nostro primo Papa, e la chiamata che ciascuno di noi porta come membro della Chiesa.

In questo Vangelo, dopo la risurrezione, Gesù appare ai suoi discepoli, si rivela e condivide con loro un pasto semplice ma profondo. Poi si rivolge a Pietro con la domanda fondamentale: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”. La triplice affermazione d'amore di Pietro riecheggia il suo precedente triplice rinnegamento, ma in questo caso si tratta di un momento di riconciliazione, rinnovamento e incarico.

La domanda di Gesù, “Mi ami tu?”, è una chiamata a un amore attivo e sacrificale, un amore che porta al servizio. Gesù ordina poi a Pietro di “dare da mangiare ai miei agnelli”, “curare le mie pecore” e “nutrire le mie pecore”. Queste parole incarnano l'essenza della missione pastorale affidata a Pietro: pascere il gregge di Cristo con amore, umiltà e fede incrollabile.

Questo brano ci ricorda che la risurrezione non è solo un evento trionfale nella storia, ma una chiamata quotidiana a vivere la presenza amorevole di Cristo nella nostra vita. Il nostro amore per Gesù deve esprimersi nel servizio agli altri - soprattutto ai più bisognosi - come riflesso del suo stesso amore per noi. Uno dei più grandi atti di carità è il perdono. Nostro Signore sta dicendo contemporaneamente a Pietro: "Ti perdono perché hai negato di conoscermi. Sei stato traumatizzato. Ora andiamo avanti". Non c'è modo di dire quale impatto avrebbe avuto questa misericordia su Pietro, sappiamo solo che fu l'impulso per accendere in lui un amore che lo avrebbe portato persino al martirio.

Per il nostro Santo Padre, Papa Leone XIV, e per tutti coloro che guidano la Chiesa, questo Vangelo sottolinea la responsabilità divina di pascere con amore e umiltà. Il papato è una vocazione radicata nell'amore - amore per Cristo e per il suo gregge. È una chiamata a servire non per la gloria personale, ma per indicare agli altri il Buon Pastore, che ha dato la vita per le sue pecore.

A tutti noi, come membri della Chiesa, la risurrezione ci chiama a camminare insieme in questo cammino di fede. Siamo chiamati a essere una comunità che ama profondamente, serve generosamente e testimonia il Signore risorto con le parole e le azioni. Come Pietro, possiamo inciampare, ma la misericordia del Signore ci rinnova, chiamandoci a seguirlo fedelmente.

Le parole del Signore a Pietro sull'invecchiare - “quando sarai vecchio, stenderai le tue mani” - ci ricordano che il discepolato comporta sacrificio e talvolta sofferenza, entrambi per la gloria di colui che ha sofferto per la nostra salvezza.

Oggi rinnoviamo il nostro impegno ad amare Gesù con tutto il cuore, a servire i nostri fratelli e sorelle con umiltà e a camminare nella speranza, confidando nella promessa della risurrezione. Come ci guida Papa Leone XIV, possiamo continuare a seguire fedelmente Cristo, sapendo che amando e servendo partecipiamo alla vita divina e che alla fine lo vedremo faccia a faccia nell'eternità.

Cristo è risorto! Alleluia!

Maria Santissima, Regina del cielo, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.


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