Riuniti alla presenza del Signore, celebriamo la memoria facoltativa di sant'Agostino di Canterbury, un uomo la cui vita è un esempio di fedeltà, umiltà e perseveranza nella missione. Non dobbiamo confonderlo con Sant'Agostino d'Ippona, vissuto oltre duecento anni prima. Piuttosto, questo “... Sant'Agostino nacque a Roma e morì a Canterbury, in Inghilterra, nel 604. Quando papa Gregorio I seppe che i pagani della Britannia erano disposti ad accettare la fede cattolica, inviò in Inghilterra il priore di Sant'Andrea, Agostino e quaranta dei suoi confratelli benedettini. Nonostante le grandi difficoltà legate al compito assegnatogli, Agostino e i suoi monaci obbedirono. Il successo della loro predicazione fu immediato. Re Ethelbert fu battezzato la domenica di Pentecoste del 596 e la maggior parte dei nobili e del popolo seguì presto il suo esempio”. (1) Agostino divenne il primo arcivescovo di Canterbury ed è giustamente chiamato l'apostolo degli inglesi. La sua missione fu impegnativa - dovette affrontare differenze culturali, resistenze pagane e molte difficoltà - ma grazie alla fiducia incrollabile nella guida di Dio e alla potenza dello Spirito Santo, gettò le fondamenta del cristianesimo in Inghilterra. La sua vita ci ricorda che, con la grazia di Dio, anche gli ostacoli più scoraggianti possono essere superati quando rispondiamo generosamente alla sua chiamata.

Il Vangelo di oggi, tratto da Giovanni, ci offre parole di speranza e di rassicurazione. Gesù parla della venuta dell'Avvocato - lo Spirito Santo - che ci guiderà in tutta la verità, convincendo il mondo del peccato, della giustizia e del giudizio. Gesù prepara i suoi discepoli alla sua partenza, promettendo che lo Spirito sarà sempre con loro, dando loro il potere di portare avanti la sua missione. Così come lo Spirito ha guidato Agostino e la Chiesa primitiva, lo Spirito continua a essere la nostra guida anche oggi.
Nella prima lettura degli Atti, vediamo Paolo e Sila in prigione: picchiati, incatenati e ingiustamente imprigionati. Eppure, invece di disperarsi, pregano e cantano inni a Dio. Immaginate questo. Immaginate la presenza di Dio in quella prigione. La loro fiducia nella potenza di Dio provoca un terremoto così potente che le porte della prigione si aprono e le catene cadono. Il carceriere, tremante e impaurito, chiede: “Cosa devo fare per essere salvato?”. Paolo e Sila gli indicano Gesù. Quella notte, lui e la sua famiglia vengono battezzati e gioiscono della loro nuova fede.
La missione di Sant'Agostino fa eco a questa storia. Fu chiamato a portare il Vangelo in una terra che non conosceva ancora Cristo. La sua perseveranza di fronte agli ostacoli e il suo affidarsi allo Spirito Santo hanno trasformato delle vite e fondato la Chiesa in Inghilterra.
Oggi invito ciascuno di noi a riflettere su come stiamo rispondendo alla chiamata di Cristo. Siamo aperti alla guida dello Spirito Santo? Siamo disposti a condividere il Vangelo con coraggio e umiltà? Ricordate che Agostino non è riuscito a farcela con le sole forze, ma affidandosi alla grazia di Dio, alla preghiera e alla perseveranza.
Per concludere, che lo Spirito Santo ci rafforzi nei nostri sforzi e che ci rivolgiamo sempre a Dio in preghiera, fiduciosi che, dopo aver sperimentato Lui e il suo amore per noi, ci darà le grazie di cui abbiamo bisogno per essere in grado di portare quella bontà agli altri. Andiamo avanti, come Agostino e i santi, annunciando con coraggio il Vangelo, sapendo che la grazia del Signore è sufficiente per noi e che Egli è sempre con noi. Maria Santissima, Regina degli Apostoli, prega per noi che ricorriamo a te. Amen.
(1) https://www.catholicculture.org/culture/liturgicalyear/calendar/day.cfm?date=2020-05-27
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