6ª settimana di Pasqua - Venerdì C

Published on 29 May 2025 at 13:00

Le letture di oggi ci invitano a riflettere su una verità profonda e confortante: anche in mezzo alla sofferenza, all'opposizione e all'incertezza, la presenza di Dio ci sostiene, guidandoci verso la gioia e la vita nuova. L'esperienza di San Paolo a Corinto, descritta negli Atti degli Apostoli, esemplifica questa realtà. Quando Paolo dovette affrontare l'opposizione dei Giudei e l'ostilità della comunità, il Signore gli apparve in una visione, dicendogli: “Non temere. Continua a parlare e non tacere, perché io sono con te”. Questa rassicurazione divina fu fondamentale per Paolo, che si scontrava spesso con l'ostilità e il pericolo fisico. Storicamente, sappiamo che la comunità cristiana primitiva affrontò un'intensa persecuzione - a volte violenta, a volte sottile - eppure rimase salda perché confidava nelle promesse del Signore.

Corinto, al tempo di Paolo, era una città vivace e cosmopolita, nota per la ricchezza, il commercio e il lassismo morale. Era anche un luogo di diversità spirituale e di dibattito filosofico. Per Paolo, predicare lì significava confrontarsi con una società profondamente radicata nelle religioni pagane e nel pluralismo culturale. Nonostante queste sfide, Paolo vi si stabilì per un anno e mezzo, insegnando e fondando la comunità cristiana. La sua resilienza ci ricorda che, a prescindere dalle pressioni della società o dalle paure personali, la chiamata e la presenza di Dio ci danno la forza di perseverare.

Nel Vangelo, Gesù prepara i suoi discepoli alla sofferenza che dovranno sopportare - un'analogia che risuona in ogni generazione. Parla del loro dolore che si trasformerà in gioia, proprio come le doglie del parto che una donna sperimenta prima di partorire. L'immagine del travaglio e del parto era un modo potente per Gesù di comunicare la trasformazione che segue la sofferenza. La sofferenza degli apostoli non era mai la fine, ma era il travaglio che portava a una nuova vita: la Chiesa, la comunità dei credenti e la speranza della vita eterna.

La promessa di gioia dopo la sofferenza ci indica la vittoria di Cristo attraverso la sua passione e risurrezione. Le parole di Gesù ci assicurano che il dolore e il lutto, anche se reali e intensi, sono temporanei. La sua risurrezione è la prova definitiva che la morte è stata vinta e che Dio ha l'ultima parola. Per i primi cristiani, assistere alla risurrezione di Gesù è stato un evento trasformativo che ha cambiato la disperazione in speranza, la paura in fiducia e il lutto in festa.

Nella nostra vita siamo chiamati a emulare questa fiducia. Possiamo trovarci di fronte a difficoltà personali - malattia, perdita, rifiuto - o a sfide sociali - persecuzione, ingiustizia, divisione - ma siamo invitati a ricordare che Dio è con noi. La sua regalità è attiva nella storia e nei nostri cuori. Come Paolo, dobbiamo essere coraggiosi, confidando che Dio ha molte persone in mezzo a noi che ci sostengono e ci sollevano.

Preghiamo per ottenere la grazia di approfondire la nostra fiducia nella presenza di Dio e di rimanere saldi di fronte alle avversità. Possiamo trovare forza nel sapere che la vittoria di Cristo sulla morte ci assicura che nessuna sofferenza è permanente e che nessuna opposizione può prevalere sul regno eterno del Signore. Mentre attraversiamo le doglie del parto, teniamoci stretti alla speranza che la gioia arriverà e che, nella pienezza dei tempi, la gioia di Dio riempirà completamente i nostri cuori.

Con la nostra Madre, possiamo tutti esclamare che Dio “ha fatto grandi cose” per i suoi umili servitori. Finché resteremo umilmente dipendenti dalla sua grazia, egli ci accompagnerà fino in fondo. Maria Santissima, Madre della Chiesa, prega per noi che ricorriamo a te. Amen


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