Le letture di oggi ci invitano, come singoli cristiani, a continuare a rimanere uniti gli uni agli altri nella fedeltà a Cristo, soprattutto nei momenti di prova e di disaccordo. Ascoltando il resoconto della lotta della Chiesa primitiva contro le divisioni e la vivida immagine di Gesù della vite e dei tralci, siamo chiamati a esaminare come le nostre vite, le nostre comunità e la nostra Chiesa, in questo momento critico, abbiano bisogno di essere potate dal nostro Padre celeste per poter portare più frutto.

Nella prima lettura, tratta da Atti 15, assistiamo alla prima sfida affrontata dalla Chiesa: se i gentili convertiti dovessero osservare la Legge mosaica, in particolare la circoncisione, per essere veramente parte del popolo di Dio. Non si trattava di una mera questione di tradizione, ma di una questione di identità: cosa significa appartenere pienamente a Cristo? Gli apostoli e gli anziani, guidati dallo Spirito Santo, hanno discernuto che la fede in Gesù Cristo, che comprendeva la ricerca, il compimento e l'amore per la volontà del Padre, era sufficiente. Hanno scelto il dialogo, l'apertura e l'unità piuttosto che la divisione, riconoscendo che il messaggio fondamentale della salvezza trascendeva i confini culturali e legali.
Oggi ci troviamo in una situazione simile. La Chiesa, come la comunità cristiana primitiva, si trova a dover affrontare questioni complesse: domande sulla giustizia sociale, sugli insegnamenti morali e sull'unità di popoli diversi. Attualmente, i vescovi di tutto il mondo si stanno riunendo per affrontare gravi controversie all'interno della Chiesa, cercando di riconciliare le differenze e di sostenere l'unità della fede in mezzo a diverse prospettive culturali e dottrinali. Questo non è diverso dal Concilio di Gerusalemme, un'assemblea in cui l'ascolto, il dialogo e il discernimento avevano la precedenza sulla divisione. Papa Leone XIV ha certamente il suo bel da fare, ma tutti noi possiamo fare la nostra parte per contribuire all'unità della Chiesa stando attenti a ciò che diciamo e a come trattiamo le nostre differenze e le nostre diverse opinioni. Non possiamo avere tutti ragione, ma possiamo arrivare rispettosamente alla verità, e nella carità che estendiamo gli uni agli altri, quella verità sarà più facilmente abbracciata da coloro che all'inizio l'hanno rifiutata.
La lettura del Vangelo di Giovanni 15 ci offre un'immagine potente: Gesù come vera vite e noi, suoi discepoli, come tralci. La nostra vita e la nostra fecondità dipendono dal rimanere legati a Lui. Senza di Lui, siamo come tralci che appassiscono e vengono gettati via. Questa immagine ci ricorda che la nostra forza, il nostro amore, la nostra testimonianza - soprattutto in tempi difficili - devono provenire da un'unione stretta e costante con Cristo. Quando ci svegliamo al mattino, lasciamo che sia la prima persona nella nostra mente. Quando chiudiamo la giornata e ci dirigiamo verso il riposo, prima di entrare nel nostro letto, che sia l'ultimo nome che pronunciamo sulle nostre labbra. E che ci dia la grazia che tutto ciò che accade tra questi due momenti sia un riflesso di quanto lo amiamo veramente. Tuttavia, se in qualche modo dovessimo vacillare, ricordiamoci che anche lui non è mai lontano da noi e, facendo appello alla sua misericordia, ristabiliamo la sua centralità nella nostra vita.
Come lo facciamo? Attraverso la preghiera, l'ascolto, l'umiltà e la disponibilità a essere potati - tagliati dove necessario - per portare più frutto. La potatura di cui parla Gesù implica la rimozione del nostro egoismo, dei pregiudizi e dell'autocompiacimento. Richiede di rinunciare al nostro bisogno di avere ragione, di ascoltare più di quanto parliamo e di cercare soprattutto la guida del Signore.
Fratelli e sorelle, in questi tempi di prova, ricordiamoci che la nostra forza viene dal legame reciproco in Cristo. Il mondo si unisce quando ci perseguita. La malvagità unisce le sue forze per vincere il Regno di Dio, ma noi continueremo a essere uniti per avere la forza di amare il nostro prossimo, di pregare per coloro che ci perseguitano e di fare del bene a coloro che ci odiano. Uniti, possiamo amare. Uniti, vinceremo il mondo, in Cristo. Che il Signore ci poti e ci nutra affinché, uniti in Lui, possiamo portare un raccolto di amore, pace e riconciliazione, testimoniando al mondo che Cristo è l'unica vera fonte di tutta la nostra pace, gioia e forza.
Amen.
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